giovedì 7 dicembre 2017

I figli di Matusalemme

Ma se vivi così tanto, poi come combatti la noia? Semplice, creandoti un nemico e scappando a gambe levate! Non vi ricorda un poco la fuga dall'Egitto? la traversata nel deserto? Una Bibbia in versione fantasy? Io ci ho visto tutto questo, il popolo eletto e i suoi persecutori... e tanto altro.
Dopo Fanteria dello Spazio, ecco un grande Heinlein con un bellissimo romanzo.
 
 
"Se c'é un pericolo che corre uno scrittore di fantascienza è di essere definito profetico.
Una patente che rischia di annullare quanto di buono quello scrittore ha sfornato in anni di onesto artigianato concentrandosi su altri mondi che si intersecano con il nostro.
Il pericolo cresce a dismisura quando ci si trova davanti un autore che ha pubblicato trenta, quaranta o ancora più anni fa, un padre della fantascienza come Robert Anson Heinlein (gli altri Alfred Van Vogt e Isaac Asimov) che ha all'attivo quattro premi Hugo.
Può capitare, e in effetti capita anche in I figli di Matusalemme, che a un certo punto si incroci un'immagine che a noi risulta molto attuale e che nel 1968, quando il romanzo è stato pubblicato negli Stati Uniti, non lo era per niente.
In questo caso, meglio dirlo subito per togliersi il peso, c'é il presagio di una New York rasa al suolo che a tanto 11 settembre.
E può anche capitare che attuale sia il tema portante ovvero la discriminazione e la persecuzione dei diversi, specie se minoranza, attuale oggi però come lo è stato molto nel secolo appena passato e in quelli che lo hanno preceduto.
Heinlein, che di definizioni ne ha subite in troppe e contraddittorie (prima quella di incallito militarista per Fanteria dello Spazio, e due anni più tardi quella di Freakkettone per Straniero in Terra Straniera), può lasciare le profezie alla Chiesa e concentrarsi in modo molto laico su questi Figli di Matusalemme, centenari e ultracentenari che dopo aver nascosto al resto del mondo la loro lunghissima vita decidono di rivelarsi e di stabilire rapporti amichevoli; ma nel 2125 a chi é destinato per statistica a non andare oltre l'ottantina, quei longevi non vanno giù.
O meglio, gli andrebbero se potessero campare quanto loro, magari accedendo al segreto che li tiene così tanto in vita.
Capita che il segreto non esista e quindi per evitare arresti, torture e deportazioni (Heinlein ricorda la sorte riservata agli ebrei) i centomila, longevo più, longevo meno, riescono a scappare fortunosamente su un'astronave abbastanza capiente.
E inizia il viaggio in puro stile da frontiera americana.
Direttamente dalla migliore tradizione western discende anche una tendenza a moralizzare secondo una filosofia che mescola Darwin con le istanze libertarie, per cui è un dovere assoluto sopravvivere, difendere anche a costo della vita i propri cari, il proprio mondo, senza pensare solo a sé stessi.
Nella lunga navigazione tra pianeti lontani secoli dal sistema solare, questa sensazione è forte.
La sopravvivenza si ottiene con coraggio, ma senza atti di eroismo inutile.
Anche perché la vera conquista, riuscire a far convivere le differenze è un obiettivo che si ottiene con il dialogo e la ragione".
 
 

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