venerdì 5 giugno 2020

Il diavolo sulle colline - Cesare Pavese

La storia narra di tre amici inseparabili, l'io narrante, un bravo ragazzo di città, Pieretto, il più intellettuale dei tre e Oreste, semplice e ingenuo che viene dalla campagna.
Costoro nel loro vagabondaggio per le colline incontrano Poli, il figlio dei padroni della tenuta IL GREPPO, sotto l'effetto della cocaina e attirati dai suoi modi anticonformisti e cordiali gli terranno compagnia nei suoi giri in macchina.
Vengono così a conoscere la squallida storia di Poli, che vuole liberarsi dell'ex amante Rosalba, la quale al contrario, fa di tutto per trattenerlo.
Una sera, durante un ballo, Rosalba, che poi si suiciderà, ferisce Poli con un colpo di rivoltella e i tre giovani, finita l'avventura, ritornano alle loro vite, per ritrovarsi, alla fine di agosto, a casa di Oreste.
I tre amici riprendono i loro vagabondaggi per le colline godendo della natura, finché vengono a sapere che Poli è ritornato al Greppo e decidono di andarlo a trovare.
Poli si trova alla villa insieme alla moglie Gabriella e ambedue insistono perché si fermino.
Qualche giorno dopo ritornano alla villa e, presto incuriositi e in fondo attratti da questo mondo e dal fascino di Gabriella, decidono di fermarsi.
Oreste è particolarmente attratto dalla donna che gli mostra apertamente il suo interesse e l'io narrante, che si rende conto del pericolo, vorrebbe andarsene, ma Pieretto lo convince a fermarsi.
Poli dopo una festa si sentirà male e Gabriella portandolo a Milano per cure lascerà i giovani al paese.
Per il personaggio di Poli, Cesare Pavese si era ispirato all'amico Conte Carlo Grillo.

Romanzo non compreso nella sua modernità, per il dialogo introspettivo dei personaggi, per la complessità del detto e non detto, del torbido che si nasconde dietro i comportamenti, della difficoltà nel trovare un proprio posto nel mondo. Alcuni scrissero che non poteva essere accettato né dai proletari che dai borghesi… eppure… alcuni passaggi sono fulminanti. Superano il tempo e il luogo.
Recentemente ho letto un bellissimo estratto della recensione data da Paolo Giordano ad una nuova edizione di questo testo. E' grazie a lui che ho compreso: un romanzo sul perdersi dell'innocenza della giovinezza. Il confronto con la sessualità… il diventare grandi e confrontarsi con l'incomprensibile mondo dei grandi… l'atteggiarsi a grandi, per imitazione, per necessità, per essere riconosciuti, rispettati e per… perché bisogna.
Alcuni estratti:  Amicizia e donne: "Le donne, quelle che separano, sarebbero venute più tardi. oppure "Tutto una donna può accettare ma non che l'uomo abbia una crisi di coscienza"...
Sensazioni: "Mi si accapponò la pelle pensando che come il raggio di un faro nella notte una simile voce giungeva dappertutto, sui versanti, in fondo ai sentieri, nei grumi d'ombra, dentro le tane e le radici, e tutto faceva vibrare", sembra quasi che quell'urlo esca dal libro.
O ancora del rapporto tra ricchi e poveri: "Avrei voluto non salire perché adesso capivo che con lui non si poteva esser noialtri. Si doveva ascoltarlo e accettare il suo mondo rispondendogli a tono. Esser cortesi con lui voleva dire fargli specchio".
Pensiamo infine al pensiero espresso sui figli dei padroni: "La colpa è di questo mondo dove i padri fanno troppi milioni. Così invece di partire da riva come tutte le bestie, i figli già si trovano nell'acqua profonda quando ancora non sanno nuotare. E allora bevono".


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