venerdì 5 giugno 2020

Enemy

Sulla complessità del rapporto con le donne è già stato detto e scritto di tutto… e pure il cinema ci ha donato grandi opere (penso a Kramer contro Kramer, per fare un esempio) o incredibili cagate, come questo "Enemy"... che poi a pensarci bene, la donna paragonata al ragno, che ti avvolge e non vuole mollarti più… a lui che non vuole assumersi le proprie responsabilità… al punto da crearsi un doppio a cui chiede di farsi carico dei suoi errori e delle sue responsabilità (una bad company insomma) uno a cui dare la colpa delle proprie debolezze… al che mi viene da pensare, e in tutto questo bel racconto misogino, la donna? che minchia deve fare per farsi rispettare, anzi no, semplicemente per avere voce in capitolo.. comunque non bastano i colori seppia, la città dolente, desolata e vuota, per donare pathos all'opera.. non basta il bel muso di Jake Gyllenhaal e nemmeno le zinne di Mélanie Laurent a tirarci su il morale… e il ragno pendulo che domina la città… quasi un ritratto dell'invasione della Terra… a questo punto, due sono le soluzioni. Spegnere e andare a dormire… oppure al grido di "Klaatu, Barada, Nikto" prendere a bastonate il televisore e uscire a farsi un bicchiere... 

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