Partiamo dal principio: a questo mercatino ci manca lo spazio fisico. Se tu costringi 200 bancarelle in un budello ove ce ne stanno la metà e dove il transito dei pedoni è inferiore ad una pista ciclabile, poi non devi lagnarti se 30.000 persone si trovano a tentare di essere trascinate da una parte all'altra del paese senza riuscire a capire né dove ci si trovi né cosa venga esposto.
Ecco quel che è successo: domenica mattina, si decide di andare in montagna dai miei e cammin facendo, nota la presenza concomitante del mercatino natalizio di Santa Maria Maggiore, li ci si reca. E' il più grande del Piemonte, qualcosa vorrà ben dire.
Già dall'uscita di Domodossola la coda di auto si ingrossa, con un serpentone a passo d'uomo che risale la Val Vigezzo. Pur prendendo viuzze laterali, ci ritroviamo all'inizio della predetta valle nel gruppone in salita... Arriviamo al parcheggio e con agile guizzo troviamo un posto libero, subito veniamo assaliti da un imbecille che teme noi si scappi senza pagare i 3 euro di sosta... Dopo una breve ma intensa lite e pagato il dovuto (a cui non intendevamo sottrarci, sia chiaro) ci incamminiamo.
Una bolgia senza pari ci attende, un carnaio umano che mentre procede, cerca di capire in quale girone infernale si è cacciato. Si aggiunga che, una volta infilatisi nel budello, non vi è modo di uscirne, impossibile anche solo voltarsi.
Anche i cani si guardano intorno sbigottiti, e non aggiungo altro.A confermare l'inferno ecco il fuoco.
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