Un titolo di uno degli innumerevoli episodi di 007 era "il mondo non basta".
Ecco, partirei da questo titolo per cogliere l'essenza del testo qui rappresentato. Le scoperte scientifiche del XVII secolo rendono improvvisamente piccolo e finito il mondo conosciuto e quello che prima poteva bastare improvvisamente non tiene più il passo.
Da qui la necessità di confrontarsi con la prospettiva e quale migliore possibilità per l'architettura e l'urbanistica quando i committenti sono monarchi assoluti?
Il testo è un bellissimo viaggio a Versailles, la reggia di Caserta,i giardini di Torino e Kassel e ulteriori luoghi della Terra che, tutt'oggi, conservano l'idea di percezione della realtà che va oltre le capacità del singolo.
La perdita di controllo sulla realtà vuole così essere compensata con la realizzazione di edifici ed aree riordinate secondo uno schema geometrico che, se non visibile (se non dal monarca) è intuibile e rassicurante, nel voler racchiudere (in modo illusorio, tramite la geometria) l'infinito in un meccanismo riproducibile e antropizzato.
Saranno i giardini e gli schemi urbani a fare da sfondo alle nuove idee, sia per i costi contenuti che per la volontà di imporre allo sviluppo urbano (città che si ampliano in forza della nascente industria manifatturiera) la propria visione di potenza.
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