La scelta del bianco e nero e dello stop motion non fanno altro che dare un tocco di classe ad una storia che cita altre storie: Frankenstein, l'orrore, la morte e il ritorno in vita.
Ma più di tutto è l'insegnamento che la scienza è tale solo se insieme al cervello aggiungiamo il cuore.
Victor riporta in vita il suo piccolo cane Sparky e l'esperimento riesce perché ci mette l'affetto, i suoi compagni faranno altrettanto con effetti deleteri.
Allo spettatore non resta che prestare attenzione: ai bimbi deformi e cattivelli (qui all'infanzia non si regala nulla) al Sindaco autocompiacente e desideroso di prevalere, allo scienziato incompreso e odiato che viene allontanato (ma che non le manda a dire), alla voglia di divertirsi senza dover ricorrere a tante scene e canzonette, puzzette e gag da osteria.
Il cinema di Burton è questo: o vi piace o lasciate perdere.
Nessun commento:
Posta un commento
Niente parolacce, né!