Un testo fondamentale per comprendere l'enorme crisi che investì l'età di mezzo con la nascita della borghesia e la conseguente necessità di mutare il tempo dai cicli dell'agricoltura - e della Chiesa - a quella del Mercante, del Commercio e del profitto.
I "Tempi Collettivi" scanditi dal suono delle campane, regolavano l'attività delle campagne, dei raccolti, delle stagioni, della religione: imprecisi ma continui.
I "Tempi dell'Orologio" legati alla città, ai commerci, alla nascente borghesia mercantile che necessita di raziocinio e di certezze.
Quale dialettica sorge tra le due tensioni? Non certo priva di conflitto, ma che la Chiesa, con il tempo (gioco di parole) saprà domare e organizzare a proprio favore inglobando il profitto a vantaggio proprio e del Clero.
Ogni nuova e vecchia figura deve trovare un proprio ruolo e posizione e soprattutto superare la visione negativa del lavoro manuale, della ricerca del profitto e trovare nuova collocazione nella società in evoluzione.
A titolo esemplificativo si rammenta l'episodio agiografico di San Marcello e il drago, rappresentato a seconda dei casi come il Demonio o come la Natura domata dalla civiltà. In un caso se ne chiede la morte, nell'altro ci si accontenta di domarlo, necessario per garantire la fertilità del suolo.
Il testo non vuole costituire una serie di date e di episodi ma un disvelarsi di eventi e di idee che vanno a concretizzarsi nel lavoro e nel pensiero.
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