Fedeli al motto che "solo un ebreo può prendere in giro un altro ebreo" i fratelli Coen ci raccontano una divertente, serissima storia, fatta di cose quotidiane, piccoli disastri, grandi dilemmi (chi ha detto che la filosofia non possa essere quotidiana?), ricerche interiori e religiosi, con un finale a sorpresa e tanta morale.
Stati Uniti 1967, Larry Gopnik professore di origine ebree, vive un periodo turbolento: la moglie lo vuole lasciare per una nullità, il figlio è alle prese con le fregole della crescita, al lavoro ci sono problemi, il fratello vive nella sua casa e gli rende la vita impossibile… una vicina disinibita lo mette in difficoltà. Che fare? dove cercare conforto? Larry si rivolge a tre diversi rabbini… ma è veramente questa la strada giusta? e davvero loro hanno qualcosa da dirgli?
Come al solito i Coen riescono a creare una confusione senza pari, da cui estraggono magicamente non una, ma più soluzioni, idee geniali che a seconda del bisogno sanno farci ridere, piangere o semplicemente riflettere.
Vediamo così il figlio che giornalmente scappa verso casa, inseguito (senza successo e senza alcuna vera voglia) dal vicino spacciatore a cui deve dei soldi.
Il fratello di Larry viene periodicamente riportato a casa dalla polizia per reati sempre più gravi.
I colleghi di lavoro continuano ad insinuare possibili disastri lavorativi senza soluzione.. non solo la moglie lo vuole lasciare, ma cosa peggiore il nuovo compagno della moglie cerca di portare a termine una soluzione senza conflitti che però fa acqua da tutte le parti...
Ed il finale, dove, mentre tutto pare che si risolva per il meglio, il precipitare degli eventi ci fa pensare che forse, in fondo è vero l'antico adagio per cui "si stava bene quando si stava peggio" è un autentico colpo di scena.
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