Quando, a distanza di tempo e di tanto in tanto, mi capitano tra le mani i libri di Hermann Hesse (che credo di aver letto tutti), mi torna in mente la mia permanenza in Germania... siamo nel 1987 ed anni successivi... Nazione in cui mi ero immerso totalmente, vivendoci e visitandola in lungo e in largo...
Mi ricordo i lunghi tragitti in treno, per raggiungere Magonza, e le letture che allietavano il viaggio... Camenzind, fu una di queste.
"Minore di Thomas Mann di soli due anni, Hermann godette dell'incondizionata stima del grande scrittore, che ne propose la candidatura al premio Nobel.
Quando scrisse Peter Camenzind, Hesse aveva ventisette anni e risentiva ancora della influenza di Gottfried Keller, il massimo rappresentante della letteratura svizzera dell'Ottocento.
Ai tempi del Camenzind, il suo primo vero romanzo, Hesse scriveva: "So di non essere un narratore. La prosa narrativa per sua essenza deve rappresentare fatti, personaggi che agiscono. Io sento il bisogno di rappresentare l'uomo singolo nella sua solitudine".
L'immediato success e la vasta risonanza che Peter Camenzind - storia di un'infanzia e di una dolorosa giovinezza - ebbe presso il pubblico, rivelarono invece proprio il "narratore" Hesse, che lasciò nelle sue opere testimonianza di quell'instancabile ricerca di sé che, al di là del valore letterario, affascina ancora oggi il lettore".
Nessun commento:
Posta un commento
Niente parolacce, né!