Già, di Cipolla, non esiste solo il bellissimo e divertente Allegro ma non troppo.... di cui suggerisco la lettura e meglio ancora l'acquisto a beneficio del prossimo... vi è anche questo testo del 1962, poi tradotto in Italia nel 1987 per Feltrinelli.
Io lo conobbi al Politecnico su suggerimento del Prof. Scudo, al corso di Tecnologia 1, e devo ammettere, me ne sono subito innamorato.
Scudo, aveva il pregio di mescolare tecnologia con scarsità di mezzi e voleva far aguzzare l'ingegno ai suoi studenti, andando oltre il sistema industriale e la prefabbricazione... inventare, creare, pensare con occhi nuovi, andando incontro alle esigenze quotidiane con idee innovative, a basso costo e utilizzando i materiali disponibili sul posto (a km zero diremmo oggi).
Ma per fare ciò, occorre che nella mente dei discenti, vi sia una tabula rasa, una voglia di imparare affiancata da una voglia ancora maggiore di sperimentare... di cercare, di provare, sbagliare ma anche capire.... siamo certamente molto distanti dalle grandi enunciazioni di un "Le Corbusier" o dall'International Style.
Detto questo, ripesco volentieri il testo e ho modo (rileggendolo a spizzichi e bocconi) di ripescare piccole perle dimenticate o di cui non ricordavo l'origine... ah, maledetta memoria...
"Giorno per giorno il mondo diventa sempre più piccolo e società che da millenni si ignoravano si trovano all'improvviso a contatto o in conflitto. Nel nostro modo di agire, sia nel campo politico che in quello economico, sia nel settore dell'organizzazione sanitaria che in quella della strategia militare, si impone un nuovo punto di vista.
Nel passato l'uomo ha dovuto abbandonare il punto di vista cittadino o regionale per acquisirne uno nazionale.
Oggi dobbiamo uniformare noi stessi e la nostra maniera di pensare a un punto di vista globale.
Questo libro tenta di descrivere da un punto di vista globale l'evoluzione del genere umano nel suo sviluppo numerico e nel progredire delle sue condizioni di vita. Sempre dallo stesso punto di vista globale, ha cercato di sfiorare alcuni degli allarmanti problemi che l'umanità si trova oggi a dover affrontare, quali l'esplosione demografica, il crescente bisogno di risorse energetiche, la diffusione del sapere tecnico e il ruolo della istruzione in una società di tipo industriale".
"Una delle principali conseguenze della Rivoluzione Industriale è stata la riduzione del costo e l'aumento della velocità dei trasporti. Le distanze si sono ridotte ad un ritmo stupefacente. Giorno per giorno il mondo sembra diventare sempre più piccolo.... Nel nostro modo di agire si impone quindi un nuovo punto di vista: quello globale".
"E' tragicamente inevitabile che, quando gli esseri umani diventano sovrabbondanti in relazione ad altre risorse il loro valore marginale diminuisca e la dignità della vita umana si deteriori corrispondentemente. Per la salvaguardia della dignità e santità della vita umana è imperativo che l'uomo non diventi il bene più economico. Dobbiamo investire una quota maggiore delle nostre risorse nel miglioramento qualitativo dell'uomo. Come ebbe a dire Julian Huxley dobbiamo preferire una significativa qualità ad una quantità amorfa. E per raggiungere questo fine occorre lo sforzo congiunto del settore pubblico e di quello privato. E non è semplicemente un più vasto sapere tecnico ma di un'educazione critica che permetta all'uomo di impiegare saggiamente le tecniche di cui é padrone. Luigi XV aveva tutte le doti, tranne quella di saperle usare.
Non sappiamo quale sia il fine della vita, ma se esso è la felicità l'evoluzione avrebbe potuto fermarsi da molto tempo, poiché non c'è ragione di credere che gli uomini siano più felici dei maiali o dei pesci.... ed infine il fatto di istruire un selvaggio nell'uso di tecniche avanzate non lo trasforma in una persona civilizzata, ma ne fa solo un selvaggio efficiente.
Detto questo, ripesco volentieri il testo e ho modo (rileggendolo a spizzichi e bocconi) di ripescare piccole perle dimenticate o di cui non ricordavo l'origine... ah, maledetta memoria...
"Giorno per giorno il mondo diventa sempre più piccolo e società che da millenni si ignoravano si trovano all'improvviso a contatto o in conflitto. Nel nostro modo di agire, sia nel campo politico che in quello economico, sia nel settore dell'organizzazione sanitaria che in quella della strategia militare, si impone un nuovo punto di vista.
Nel passato l'uomo ha dovuto abbandonare il punto di vista cittadino o regionale per acquisirne uno nazionale.
Oggi dobbiamo uniformare noi stessi e la nostra maniera di pensare a un punto di vista globale.
Questo libro tenta di descrivere da un punto di vista globale l'evoluzione del genere umano nel suo sviluppo numerico e nel progredire delle sue condizioni di vita. Sempre dallo stesso punto di vista globale, ha cercato di sfiorare alcuni degli allarmanti problemi che l'umanità si trova oggi a dover affrontare, quali l'esplosione demografica, il crescente bisogno di risorse energetiche, la diffusione del sapere tecnico e il ruolo della istruzione in una società di tipo industriale".
"Una delle principali conseguenze della Rivoluzione Industriale è stata la riduzione del costo e l'aumento della velocità dei trasporti. Le distanze si sono ridotte ad un ritmo stupefacente. Giorno per giorno il mondo sembra diventare sempre più piccolo.... Nel nostro modo di agire si impone quindi un nuovo punto di vista: quello globale".
"E' tragicamente inevitabile che, quando gli esseri umani diventano sovrabbondanti in relazione ad altre risorse il loro valore marginale diminuisca e la dignità della vita umana si deteriori corrispondentemente. Per la salvaguardia della dignità e santità della vita umana è imperativo che l'uomo non diventi il bene più economico. Dobbiamo investire una quota maggiore delle nostre risorse nel miglioramento qualitativo dell'uomo. Come ebbe a dire Julian Huxley dobbiamo preferire una significativa qualità ad una quantità amorfa. E per raggiungere questo fine occorre lo sforzo congiunto del settore pubblico e di quello privato. E non è semplicemente un più vasto sapere tecnico ma di un'educazione critica che permetta all'uomo di impiegare saggiamente le tecniche di cui é padrone. Luigi XV aveva tutte le doti, tranne quella di saperle usare.
Non sappiamo quale sia il fine della vita, ma se esso è la felicità l'evoluzione avrebbe potuto fermarsi da molto tempo, poiché non c'è ragione di credere che gli uomini siano più felici dei maiali o dei pesci.... ed infine il fatto di istruire un selvaggio nell'uso di tecniche avanzate non lo trasforma in una persona civilizzata, ma ne fa solo un selvaggio efficiente.
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