Un libro del 1996, quanto mai attuale. A rileggerlo e pensare a quanto accaduto a Ischia con il terremoto, viene da pensare che tutto questo tempo è trascorso invano. Si aggiunga poi il recente dibattito politico sul condono per "necessità abitativa", subito cavalcato da tutti i politici a margini di una campagna elettorale, infinita, asfittica e priva di programmi o idee che non vadano oltre il quarto d'ora.
"Una delle cose da cambiare nel nostro paese, è la pianificazione della città e del territorio. Il paesaggio delle grandi città, dei centri minori, delle campagne, delle coste, fotografa le storture di questo mezzo secolo di democrazia imperfetta. La distanza che ci separa dall'Europa e l'entità dei cambiamenti da introdurre nelle istituzioni e nei comportamenti".
D'altro canto mi viene da dire che, siamo un poco stufi marci (ma parlo per me beninteso) di questi tromboni accademici, che calcano la scena per decenni, progettano di tutto e di più e poi, appena l'età glielo consente, discettano sugli italici mali. Mali e malanni irrimediabili, se è vero che quanto scritto in questo testo (che ha oltre vent'anni) è la foto di oggi, anzi forse oggi è pure peggio... Un Paese fallito, distrutto, irrecuperabile. Una incapacità politica, urbanistica, progettuale assoluta.
"L'emergenza urbanistica differisce dalle altre emergenze italiane per tre motivi: 1. L'impreparazione della classe politica ad affrontare questo aspetto, che basta da sola a produrre una differenza fra il ns. paese e quelli europei più progrediti; 2. La durevolezza dei guasti operati sul territorio; 3. il contrasto tra l'emergenza e la continuità nei tempi lunghi, che è indispensabile per la pianificazione territoriale".
Cosa ci insegna questo testo? Temo nulla di nuovo. Uso del suolo quale mezzo di scambio elettorale e fonte di mille rivoli di denaro... rendita territoriale ed urbanistica quale unico mezzo di sviluppo a scapito del progresso del Paese in altri ambiti, mancanza di programmazione e mancanza di qualità edilizia, mancata assunzione di responsabilità e progettazione delle necessità abitative a fianco di centinaia di migliaia di alloggi vuoti... Costruzione e urbanizzazione prive dei necessari accertamenti sismici, idrogeologici, ambientali... Speranze? Poche.
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