"Una vita affascinante e pericolosa, nella quale si sommano e si intersecano molte vite, ciascuna caratterizzata da successi e débâcle; è questa la definizione che Leni Riefenstahl dà della propria esistenza. Un oceano in continuo movimento, che racchiude le esperienze intellettuali, storiche ed artistiche che hanno segnato il nostro secolo.
Dagli esordi come ballersina ai libri fotografici sui Nuba, dai trionfi come attrice dei film di Arnold Fanck alla regia di alcune pietre miliari del cinema documentaristico, ogni suo atto, anche il più discutibile, può dirsi finalizzato alla ricerca del bello.
Leni RIefenstahl è forse la figura femminile più controversa della nostra epoca i suoi legami con il regime nazista ne hanno offuscato il genio e la personalità, privando la cultura contemporanea di un testimone scomodo ma indispensabile per comprendere le spinte innovative di questa fine millennio.
Con questa autobiografia, la sacerdotessa del bello, ha scelto di prendersi una rivincita sulla Storia, chiamando a deporre sia i suoi accusatori sia i testi a discarico: Joseph Goebbels, Hermann Goring, Albert Speer, Georg Pabst Vittorio De Sica, Josef Von Sternberg... Ne risulta un documentario verbale che, per intensità, può essere paragonato a suo capolavoro: Trionfo della Volontà.
Nata a Berlino nel 1902, Hélene Bertha Annalise Riefenstahl è stata un'apprezzata danzatrice prima di diventare l'avvenente protagonista dei film Alpestri di Arnold Fanck.
Nel 1932, incoraggiata da Béla Bàlasz, ha direttoil suo primo lungometraggio Das Blaue licht (la bella maledetta), continuando quel filone Volkisch di Fanck fatto di romantici paesaggi montani e di simbolismi in chiave mitico-patriottica. Il film viene apprezzato da Hitler, nasce così un fruttuoso sodalizio tra i Fuhrer e la regista, costellato da quattro grandi opere propagandistiche: la vittoria della fede (1933), Trionfo della Volontà (1935), Tag der Freiheit (1935) Olimpya (1938).
Arrestata nel 1945 dagli Alleati, la Riefensthal viene definitivamente prosciolta nel 1952 dall'accusa di aver svolto attività politica nelle fila naziste.
Può dunque concludere il suo ultimo film, l'arcadico Tiefland (1954) iniziato nel 1940. Tra gli anni sessanta e settanta copie diverse spedizioni presso la popolazione sudanita dei Nuba, realizzando un libro fotografico (Die Nuba - 1973) e progettando un documentario sulla tribù.
Poi si dedica ai documentari naturalistici, subaquei". dalla prefazione di Enrico Ghezzi.
Nata a Berlino nel 1902, Hélene Bertha Annalise Riefenstahl è stata un'apprezzata danzatrice prima di diventare l'avvenente protagonista dei film Alpestri di Arnold Fanck.
Nel 1932, incoraggiata da Béla Bàlasz, ha direttoil suo primo lungometraggio Das Blaue licht (la bella maledetta), continuando quel filone Volkisch di Fanck fatto di romantici paesaggi montani e di simbolismi in chiave mitico-patriottica. Il film viene apprezzato da Hitler, nasce così un fruttuoso sodalizio tra i Fuhrer e la regista, costellato da quattro grandi opere propagandistiche: la vittoria della fede (1933), Trionfo della Volontà (1935), Tag der Freiheit (1935) Olimpya (1938).
Arrestata nel 1945 dagli Alleati, la Riefensthal viene definitivamente prosciolta nel 1952 dall'accusa di aver svolto attività politica nelle fila naziste.
Può dunque concludere il suo ultimo film, l'arcadico Tiefland (1954) iniziato nel 1940. Tra gli anni sessanta e settanta copie diverse spedizioni presso la popolazione sudanita dei Nuba, realizzando un libro fotografico (Die Nuba - 1973) e progettando un documentario sulla tribù.
Poi si dedica ai documentari naturalistici, subaquei". dalla prefazione di Enrico Ghezzi.
Non vi è dubbio che a Leni Riefensthal è toccato in dote, ciò che è accaduto per Albert Speer nell'architettura. Avere un'interlocutore (lo stato nazista, Hitler) che disponeva di mezzi immensi e potere assoluto... ma questo non sarebbe bastato se non vi fosse stata capacità... Speer la dimostrò come ministro degli armamenti, Leni come regista. Si può condannarla per le sue scelte? Lascio a voi il giudizio. Restano le sue opere su cui esprimere giudizio. E su quelle il mondo intero si è già espresso.
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