domenica 5 novembre 2017

Vicini all'ignoto

"I nostri corpi sono più spazio che materia. C'è una distanza abissale tra ogni atomo. Ogni particella. Cosa ci tiene uniti? perché non ci dissolviamo? Questo è il motivo per cui sono venuto qui. Per dare tutto. Per un momento di meraviglia pura."
 
Grazie alla scoperta che permette a estrarre acqua dalla terra, il capitano William D. Stanaforth,  scienziato e astronauta viene scelto per far parte di un viaggio di 270 giorni verso Marte.
Quando però le cose vanno storte, Stanaforth è costretto a prendere una folle decisione, sganciare la sua navicella dalla rotta guidata e continuare la missione... Roso dall'ambizione, si rende conto della follia della sua scelta, ma non può non prendere nel contempo atto che la sua scelta lo renderà un eroe.
Chiuso nella sua scatola tecnologica, imprigionato da una routine senza novità (se non quando tutto si rompe e lui rischia di morire per sete), questo film ha dalla sua una certa lentezza che aiuta a riflettere sulle condizioni dell'essere umano, messo di fronte all'immensità dello spazio ed alla tenuta del suo pensiero... La claustrofobia fa la sua parte, e spesso, le intrusioni dalla Terra paiono più un gran fastidio per il nostro, che non riesce a decidersi tra il suo ruolo di isolato e solitario scienziato e esploratore per conto del genere umano.
Solo quando tutto appare perduto, Stanaforth diviene realmente concreto... indossa un cappellino di lana, si lascia crescere la barba... quasi come il protagonista di "Into the Wild"... legato senza certezze alla tecnologia, escludendo completamente ogni tentazione religiosa... il nostro eroe sogna, spera, ricorda... ed infine corona il suo sogno... morire su Marte. O forse no?

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