domenica 5 novembre 2017

L'arte di ottenere ragione

"Questo trattatello, vera perla nascosta negli scritti postumi di Schopenhauer, qui per la prima volta tradotto in italiano, venne elaborato "come un pulito preparato anatomico" per dare una sistemazione formale agli "artifici disonesti ricorrenti nelle dispute".
Schopenhauer fornisce trentotto stratagemmi, leciti e illeciti, a cui ricorrere per "ottenere" ragione: per difenderla quando la si ha, e per farsela dare quando sta dalla parte dell'avversario.
Lettura attraente e quanto mai utile: con freddezza classificatoria Schopenhauer ci indica "le vie traverse e i trucchi di cui si serve l'ordinaria natura umana per celare i suoi difetti.
Ma, nello stesso tempo, si tratta di un testo che si situa in un crocevia memorabile del pensiero moderno: negli stessi anni in cui Hegel indicava nella dialettica la via per giungere al culmine dello Spirito, il suo irriducibile antagonista Schopenhauer la raccomandava come fioretto da impugnare in quella "scherma spirituale" che è il discutere, senza badare alla verità.
Contro Hegel, Schopenhauer si presenta qui come un "maestro di scherma che non considera chi abbia effettivamente ragione nella contesa che ha dato origine al duello", ma si preoccupa unicamente di insegnare a "colpire e parare", giacché "questo è quello che conta".
Le ragioni sottintese in questo duro contrasto sono illustrate nel saggio di Franco Volpi che accompagna il testo.
"Da cosa deriva tutto questo? Dalla naturale cattiveria del genere umano. Se questa non ci fosse, se nel nostro fondo fossimo leali, in ogni discussione cercheremmo solo di portare alla luce la verità, sena affatto preoccuparci se questa risulta conforme all'opinione presentata in precedenza da noi o da quell'altro: diventerebbe indifferente o, per lo meno sarebbe una cosa del tutto secondaria. Tutto a causa della vanità umana..."
 
Due sono le regole principali da ricordare, prima di lanciarsi nei trentotto stratagemmi proposti da Schopenhauer... il primo fondamentale: "Mai, mai e poi mai, iniziare una discussione con uno stupido... come insegna Carlo Cipolla, è uno scontro impari. Il secondo è quello che prevede di avere qualcosa di veramente valido per cui discutere... viceversa, non perdete tempo. Un buon tacere, non fu mai scritto... Buona lettura.

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