Rileggendolo oggi, questo libro fa sorridere, per non dire che fa piangere... Tutte le promesse, le speranze, le aspettative, che la crisi del 2008 aveva generato e le azioni rivoluzionarie, partite dal basso, si sono volatilizzate... svanite! Al loro posto, maggiore precarietà (la solita vecchia, fordista, antiquata, ma pur sempre attuale risposta dei Governi), maggiore odio verso il prossimo, maggiore potere a chi già ne aveva, qualche pesce piccolo in carcere ma i ladri, quelli che hanno fatto il danno, i potenti che li hanno sostenuti, coloro che si sono arricchiti, sempre lì al loro posto... e che dire dei movimenti, gli indignati, i popoli viola, i capipopolo... o diventati partiti "gentisti" o travasati negli estremi (di entrambi i colori politici) con le loro altrettanto vecchie ricette: no agli immigrati, no a chi lavora per lo Stato, perché lazzarone e ladro, no all'Europa... insomma, gira che ti rigira, sembra di vedere sempre lo stesso film.
Per questo, dicevo, se questo libro mi era piaciuto allora, mi aveva dato qualche speranza, qualche positivo auspicio, oggi rattrista, non per l'errore della Napoleoni... ma nel vedere che ogni aspettativa (anche quella sulle Primavere Arabe) sia andata in frantumi.
"Riprendiamoci la politica, l'economia, un lavoro, una vita dignitosa, é questo il grido che si leva unanime dalle sponde del Mediterraneo.
Monta la consapevolezza che la crisi che oggi minaccia di annientarci viene da lontano, erede di una lunga serie di catastrofi - dall'Argentina, alla bolla dei mercati asiatici ai crack statunitensi - ormai troppo numerose per essere casuali.
E' ora di ammetterlo: è l'alleanza tra una politica sempre più corrotta e una finanza sempre più avida che ha sequestrato la nostra democrazia e ci sta portando alla rovina.
Mentre istituzioni di controllo come la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale intervengono a peggiorare la situazione
Dalla primavera araba, che ha abbattuto i regimi dittatoriali della Tunisia e dell'Egitto, arriva una nuova ventata di proteste e di impegno.
La rivoluzione sta dilagando in Europa, nella Spagna degli Indignados, in Grecia, in Italia con la mobilitazione referendaria, il popolo Viola, il movimento "Se non ora, quando?".
La parola d'ordine è BASTA!
I protagonisti sono soprattutto i giovani. Quelli a cui la politica ha riservato precariato, disoccupazione e lo spettro di una nuova povertà.
Sul Mediterraneo, fa notare Napoleoni, si affacciano Paesi molto simili fra loro: economie avariate, oligarchie corrotte, disoccupazione e mancanza di servizi sociali, un sistema che regolarmente sceglie di garantire i privilegi di pochi a scapito della maggioranza.
E come sulla sponda SUD, anche su quella NORD è il momento di riprenderci la democrazia, sostituendo istituzioni ormai agonizzanti con una post-politica 2.0 trasparente e partecipativa. Il futuro ricomincia da noi".
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