Sottotitolo: "Storia dell'imprenditore che morì per aver detto no alle tangenti".
Certo che letto così, il libro si fa apprezzare veramente poco... e d'altro canto, dove mai poteva essere scritto un simile racconto, se non nella nostra, oramai divorata, cara Italia? Il venir meno dei valori, anzi il crescere dei disvalori, della corruzione, del fregare il prossimo... che, emerso con Tangentopoli, è tornato ad essere emergenza nazionale... non poteva che trovare qui, comoda e facile Patria... Bel testo che si legge d'un fiato... a cui non si sa proprio come rispondere.
"In un Paese normale, questa storia non sarebbe mai diventata un libro. In un Paese normale, Ambrogio Mauri, sarebbe stato soltanto un imprenditore di talento, di quelli che fanno il vanto (e il PIL) di una nazione.
Ma non in Italia.
La storia di Ambrogio Mauri comincia e finisce in Brianza.
Una terra che nasconde, dentro l'apparenza della provincia, una densità imprenditoriale pari a dieci volte quella del resto d'Italia.
Laurà, Laurà, Laurà... sono i tre comandamenti su cui si regge la vita da queste parti e, Ambrogio Mauri, li impara in fretta.
Ha solo diciannove anni quando il padre muore. Gli lascia un'officina che ripara autobus, e molti debiti.
Ambrogio salva l'azienda e la trasforma in una delle realtà italiane più avanzate nella produzione di mezzi pubblici di trasporto.
Insieme con la ditta Mauri, cresce e cambia anche l'Italia. L'euforia del boom economico lascia il posto a un Paese incapace di superare le sue contraddizioni, sempre più prigioniero di una sistema di corruzione che trova il suo apice e simbolo nella Milano da bere degli anni Ottanta.
Dove è normale pagare tangenti, dove l'onestà è ormai solo una vecchia moneta fuoricorso. Mauri sceglie di non adeguarsi. Perché lui sarà sempre scelto per quello che produce e non per quello che paga sottobanco. Così facendo però lo spazio per la sua azienda si fa sempre più stretto.
Anno dopo anno diventa invisibile, regolarmente ignorata nelle gare d'appalto.
Poi il ciclone Mani Pulite investe l'Italia del malaffare e per Ambrogio sembra la fine di un incubo.
Ma il risveglio è brusco e il prezzo della disillusione altissimo: pochi anni più tardi e nulla è cambiato.
E Mauri é solo, come solo è sempre stato. L'epilogo è tragico, perché Davide contro Golia non può vincere due volte. Questo testo serve a ricordare un eroe normale".
Ambrogio salva l'azienda e la trasforma in una delle realtà italiane più avanzate nella produzione di mezzi pubblici di trasporto.
Insieme con la ditta Mauri, cresce e cambia anche l'Italia. L'euforia del boom economico lascia il posto a un Paese incapace di superare le sue contraddizioni, sempre più prigioniero di una sistema di corruzione che trova il suo apice e simbolo nella Milano da bere degli anni Ottanta.
Dove è normale pagare tangenti, dove l'onestà è ormai solo una vecchia moneta fuoricorso. Mauri sceglie di non adeguarsi. Perché lui sarà sempre scelto per quello che produce e non per quello che paga sottobanco. Così facendo però lo spazio per la sua azienda si fa sempre più stretto.
Anno dopo anno diventa invisibile, regolarmente ignorata nelle gare d'appalto.
Poi il ciclone Mani Pulite investe l'Italia del malaffare e per Ambrogio sembra la fine di un incubo.
Ma il risveglio è brusco e il prezzo della disillusione altissimo: pochi anni più tardi e nulla è cambiato.
E Mauri é solo, come solo è sempre stato. L'epilogo è tragico, perché Davide contro Golia non può vincere due volte. Questo testo serve a ricordare un eroe normale".
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