I libri andrebbero letti due volte... e magari a distanza di qualche anno. Scopriremmo così, che le cose lette la prima volta sono completamente cambiate... alcune ci appariranno addirittura nuove e incredibili... potere della mente, capace di dimenticare tutto e di trattenere, cambiandone forma e sostanza a seconda del momento.
Forse è per questo che, questa recensione di libri, letti spesso oltre dieci anni or sono, apre inaspettate visioni su argomenti e vicende che, appunto, o avevo dimenticato o semplicemente erano mutate nel mio ricordo...
E' il caso di questo "L'isola delle mappe perdute" libro di Miles Harvey, dedicato ad un ladro di carte geografiche, che negli USA e Canada, fece scalpore, alcuni anni or sono, per la facilità e la destrezza con cui sottrasse documenti antichi e dall'inestimabile valore... e ancor più ne fece per il valore particolare dei documenti cartacei che rappresentano il mondo antico... veri e propri momenti fotografici del tempo che fu...
Ancora più singolare, è stato, trovare all'interno del libro, questo articolo, raffigurante un altro ladro di mappe, persona diversa da quella descritta nel testo ma comunque capace di far riflettere sulla incapacità del pubblico di salvaguardare la nostra Storia...
"il viaggio di Miles Harvey prende avvio dalla storia di Gilbert Bland, il ladro di mappe più famoso d'America, una sorta di Arsenio Lupin della cartografia. Affascinato dall'ambiguità del personaggio, dalle sue mille identità e dalla natura della sua divorante passione, l'autore si mette sulle sue tracce ed entra nel mondo - spesso avido e senza scrupoli - del collezionismo cartografico.
La sua ricerca lo conduce da austeri studiosi e scaltri mercanti e, a poco a poco, gli trasmette la malattia delle carte geografiche.
Harvey, sfogliando le pagine dei grandi atlanti, ritorna all'epoca d'oro delle esplorazioni e ai suoi protagonisti: navigatori, avventurieri, impostori e filibustieri.
Intorno alle antiche mappe, frutto del magico incontro tra tecnica e arte, le vicende del camaleontico ladro che, per anni, ha saccheggiato le più importanti biblioteche americane e canadesi, si mescolano a quelle di artisti, scienziati, esploratori e collezionisti, dal Mercatore della metà del '500 al magnate Graham Arader dei giorni nostri, dai viaggi reali di Colombo alle avventure romanzesche di Sir John Mandeville.
Storie e destini che si rincorrono nel tracciare una rotta e determinare una posizione: l'isola delle mappe perdute - la montagna di carte preziose accatastate sulla scrivania di un agente dell'FPI - è anche il simbolo di quel desiderio di avventura, quella voglia di orizzonti inesplorati che tutti noi abbiamo. O dovremmo avere".
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