giovedì 24 gennaio 2019

Pizzo Pioltone

Prima uscita dell'anno… tra molte indecisioni, la gola, il freddo, la stanchezza, anche un poco di pigrizia nevvero… eppure, bisogna uscire dal guscio, inventarsi qualcosa, riprendere l'antico ed amato contatto con le Terre Alte, con la passione per la natura… sennò… ci si seppellisce tra casa e lavoro e hai voglia uscirne.. Eccomi così, solo soletto, optare, dopo aver scartato varie opzioni, per il Pioltone, mancato l'ultima volta a causa del forte vento, così la volta precedente per la discreta lontananza... Eccolo laggiù in fondo sulla destra, punta bianca, il ripido pendio immacolato che mi attrae e respinge… in un martedì in cui, a cose fatte, potrò dire di non aver incontrato anima viva…
Arrivo presto, dopo essermi fermato per un caffè a Domo. Lascio l'auto - 7° nemmeno troppo freddo… ed infatti dopo mezzora di cammino comincio ad avere caldo… uscito dal bosco, il sole scalda, ma il vento soffia freddo.. anche se non al punto da farmi cambiare idea.
Fatto sta che sino al Passo di Monscera è poco più di una passeggiata… ho le ciaspole ma avrei potuto dimenticarle a casa per tanto la neve è dura…  saranno invece i ramponi, i veri protagonisti della giornata… non averli con me significava oggi tornare indietro… senza sé e senza ma.
Morale, dicevo, arrivato al Monscera, urge cambio di passo… tolgo le ciaspole (quasi inutili) e indosso i ramponi… inizia il salitone finale.
 Pendenza e quota si fanno sentire… ma, chissene… non mi corre dietro nessuno… basta salire, non guardare indietro ma piuttosto dove si mettono i piedi e concentrarsi nel ritmo, braccio, gamba, braccio, gamba… piano piano ci si alza, la prospettiva cambia e la cima si intravede… o meglio, si capisce che oltre una certa linea vi è solo l'orizzonte.

Inoltre appaiono i 4000 del Vallese.. imbiancati… intonsi mentre si stagliano di fronte ad cielo di un blu cobalto…


 Ecco il risultato della salita… il mondo mi appare piccolo piccolo, le cime superate divengono semplici linee di un plastico per trenini… tutto si fa più ovattato, ed immenso...
 Combinazione di linee danno il senso della salita e la verticalità del gesto...
 Ultimi metri…
 Ed infine la vetta…. che luce!
 Mi guardo in giro e ammiro l'orizzonte… il mondo sottostante mi appare per quel che è: un alveare impazzito... salire per trovare la purezza, per trovare le divinità, per trovare quella parte di sé che ci attendeva quassù.
 Bellissimo contrasto tra l'azzurro, il bianco e la linea marrone delle montagne quale appoggio assomigliante ad un enorme torta.
 Foto ricordo… faccia seria! E sorridi no!


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