Il mondo del catch, Giocattoli, il viso della Garbo, il Tour de France come epopea, Strip-tease, Astrologia, La nuova Citroen: sono questi alcuni dei titoli degli scritti raccolti da Barthes in Miti d'oggi, apparso ormai trent'anni fa e considerato una pietra miliare nella storia della critica del linguaggio della cosiddetta Cultura di Massa.
Un articolo di giornale, una fotografia, un film, la moda hanno offerto all'autore l'occasione di cogliere gli aspetti pungenti del quotidiano in flash che appaiono oggi esemplari nella loro capacità di infrangere la crosta di ciò che ci circonda, le contraddizioni di quello che appare e di quello che inconsapevolmente siamo portati a dire.
Come scrive Umberto Eco nel saggio introduttivo: "Barthes ci ha insegnato l'avventura di un uomo di fronte a un testo, non ci ha offerto modelli schematici da applicare, bensì un esempio vivente di come incontrarci ogni giorno di fronte alla vitalità e al mistero della semiosi". (tratto dal libro).
Miti d'oggi è uno di quei libri che andrebbero sbocconcellati... come il pane, tenuti nello zaino e mordicchiati appena la fame si fa sentire. Non la fame del corpo, ma quella dello spirito, quella necessaria a difenderci… ma non da un male terribile, da una dittatura, da un evidente ingiustizia. No. Difenderci piuttosto da quella strisciante corsa al ribasso che la nostra società, quella dei consumi, quella "pop" ha intrapreso.
Perché, a distanza di tanti anni, Roland Barthes riesce a smascherare, l'errato uso della parola, dando vero significato alle cose, spiegandoci cose che non siamo in grado di vedere…
Ci sono libri in cui troviamo parole, che ci fanno capire come ci sentiamo, in modi che noi non riusciremmo ad esprimere. Ci sono invece libri, ed autori, che sanno interpretare la realtà e farci vedere dietro, farci scorgere significati reconditi… si legga ad esempio "il mondo del catch" vi si troveranno archetipi di un'evidenza palese eppure così ben nascosti da sfuggirci.
Leggiamo "Astrologia", ci apparirà evidente il vuoto, il significato fatuo delle pagine dedicate a questo sciocco passatempo… Attenzione! Roland Barthes non offende mai, non ne ha bisogno. Smonta invece, da buon semiologo, ogni singola parola, ogni singolo dettaglio, mostrandocene il vero volto e portandolo al momento zero. Pensate un'azione simile applicata alle parole di un politico… e capirete perché gente come Socrate ha finito per fare una brutta fine…. brutta cosa la parola, se in bocca ai demagoghi… lunga vita a menti geniali come quella di Roland Barthes.
Nessun commento:
Posta un commento
Niente parolacce, né!