giovedì 17 gennaio 2019

M. Il figlio del secolo

"Lui è come una bestia: sente il tempo che viene. Lo fiuta.
E quel che fiuta è un'Italia sfinita, stanca della casta politica, della democrazia in agonia, dei moderati inetti e complici.
Allora lui si mette a capo degli irregolari, dei delinquenti, degli incendiari e anche dei puri, i più fessi, i più feroci.
Lui, invece. in un rapporto di Pubblica Sicurezza del 1919 è descritto come "intelligente, di forte costituzione, benché sifilitico, sensuale, emotivo, audace, facile alle pronte simpatie e antipatie, ambiziosissimo, al fondo sentimentale".
Lui è Benito Mussolini, e leader socialista cacciato dal partito, agitatore politico indefesso, direttore di un piccolo giornale di opposizione.
Sarebbe un personaggio da romanzo se non fosse l'uomo che più di ogni altro ha marchiato a sangue il corpo dell'Italia.
La saggistica ha dissezionato ogni aspetto della sua vita.
Nessuno però aveva mai trattato la parabola di Mussolini e del Fascismo come se si trattasse di un romanzo.
Un romanzo - e questo è il punto cruciale - in cui d'inventato non c'é nulla.
Non è inventato nulla del dramma di cui qui si compie il primo atto fatale, tra il 1919 e il 1925: nulla di ciò che Mussolini dice o pensa, nulla dei personaggi - D'Annunzio, Margherita Sarfatti, un Matteotti stupefacente per i coraggio come per le ossessioni che lo divorano - né della pletora di squadristi, Arditi, Socialisti, Anarchici che sembrerebbero partoriti da uno sceneggiatore in stato di sovraeccitazione creativa.
Il risultato è un romanzo documentario impressionante non soltanto per la sterminata quantità di fonti a cui l'attore attinge, ma soprattutto per l'effetto che produce.
Fatti dei quali credevamo di sapere tutto, una volta illuminati dal talento del romanziere, producono una storia inaudita e un'opera senza precedenti". (tratto dal libro).
 
E' solo dopo aver terminato il romanzo, quando, come nei titoli di coda, leggiamo il lungo elenco dei partecipanti, delle persone citate, adeguatamente divise tra fascisti, neutri, antifascisti… E' solo allora che ti rendi conto che, quanto appena finito di leggere (e parliamo di oltre 800 pagine) è pura verità, e che il Fascismo è stato un incredibile azzardo, inventato da un solo uomo che, ha avuto la capacità di condizionare la Storia (male) e di farne scempio.
Ma, e qui sta la particolarità, sta la vera essenza del tutto, la tragedia si è rivelata farsa e la farsa in tragedia… in un continuo rimando… ed è lampante, illuminante, il commento de "La Stampa" del 1° novembre 1922... quando scrive "Riconosciamo che vi è stato uno svolgimento pacifico degli avvenimenti… purtroppo, però, la mancanza di tragedia, in certi momenti della vita di un popolo, può significare scarsezza di serietà morale"... Ecco.. sta tutta qui l'essenza del fascismo… capace di prendere l'Italia per ignavia.. per inconcludenza… senza forza, solo per fatica di pensare ad altro, di osare l'osabile. Bello, ti assorbe completamente… lo leggi in un soffio.. e, merita da subito il riconoscimento del migliore libro letto di questo 2019 appena iniziato.. concorrenti fatevi avanti!

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