Ovvero, la storia è sempre quella (più o meno) ma, dopo la morte dei genitori Bruce Wayne, invece di darsi alle classiche 50 sfumature di grigio, decide per un colore unico: il nero.
Nero è così il suo mantello, la tuta, l'auto, i gadget, ma soprattutto l'umore.
Gotham City è sempre il solito schifo di posto. Non solo dal punto di vista architettonico: di giorno New York, di notte Calcutta, quasi due città sovrapposte come che il regista voglia farci capire che il regno del male è brutto forte.
Passato attraverso una serie di peripezie, il nostro Bruce torna a casa e riprende il suo posto nella società del padre. Li incontra Morgan Freeman alias Lucius Fox, che tra una puntata di scienze e l'altra (il Freeman science show) riesce a far addormentare persino Batman.
Nasce così il nuovo supereroe, con voce rauca (esistono caramelle al mentolo sai?) incerto nel lancio dai balconi... solo dopo aver picchiato e rotto un po' di ossa si fa adattare il mantello in modo da poter volicchiare... tipo tacchino.
Mentre vecchi e nuovi nemici si manifestano (bello il finale con la carta del Joker) il film si dipana senza grossi colpi di scena... uno yawn vi seppellirà.
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