E' il 1975, Cassius Clay, ora Muhammad Ali, incontra George Foreman, campione dei pesi massimi, sul ring di Kinshasa nello Zaire. Mentre Ali deve riprendersi il titolo dopo una carriera in declino, Foreman è al massimo della forma e della prestanza fisica.
Questo bellissimo libro parla di sport, di uomini sotto tensione, di clan, di Africa e Africani, di pugilato, di cosa ci si aspetta prima, durante e dopo lo scontro.
Ogni pagina è una rivelazione, ogni riga contiene aneddoti incredibili e profondi.
Ad un certo punto non si capisce più se sia più importante l'evento o tutto ciò che ruota intorno... e così leggiamo che, gli africani, secondo il buon padre Tempels, credono che "il nome non sia una semplice cortesia esteriore, ma la realtà stessa dell'individuo".
Più avanti, che "Ogni ferita ha le sue rivelazioni" (e questo vale per tutto).
Ed infine: "Era come quando una barzelletta molto sconcia non fa ridere per niente. Come quando uno vuol mollare una scoreggia per divertire gli amici e invece se la fa addosso".
Come ricorda Mailer: Con Muhammad Ali il pugilato è diventato un'arte. Arte della parola, assenza di gravità, balletto e poesia. In questo libro, uno dei più celebri reportage narrativi mai scritti, Mailer racconta il match più famoso della storia del pugilato. Lo scontro tra due uomini, Ali e Foreman, e due modi di concepire la boxe, la vita, la politica.
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