lunedì 12 marzo 2018

Backtrack

Solo Adrien Brody, col suo faccino triste triste, poteva interpretare questo ruolo, che peraltro per molti versi (come tutto il film del resto) richiama molte delle sfumature e parte della trama di quel "Sesto Senso" che fece molto parlare di sé, qualche anno or sono (correva l'anno 1999) e che ci fece scoprire quel gran genio discontinuo di Shyamalan e quel grande attore (lui invece continuo) di Bruce Willis.
Mescolando psicologia, thriller, horror, senso di colpa, rimozione e ricostruzione del sé.... (e in questo altro richiamo cinematografico al bellissimo "The Wolfman" ove il povero Talbot viene soggiogato dal padre e finisce in manicomio a cercare di ricostruire il proprio passato...).
Adrien qui, fa la stessa cosa... il suo passato lo attira, deve tornare indietro nel tempo e nel luogo ove è accaduto qualcosa che lui non riesce a capire.... o forse semplicemente a decifrare... psicologo in crisi, dopo la perdita della figlia... cerca di ricostruire una vita, appoggiandosi ad un lavoro di analisi, con pazienti che gli vengono mandati da un vecchio maestro... ma che, in qualche modo non lo convincono appieno.... scoprirà essere spettri... e si sa che, quando uno spettro ti chiama, ha i suoi validi motivi... ed infatti, eccoli apparire in tutta la loro terribile e profonda ricerca di verità e giustizia... perché a questo servono spettri e demoni... a ritrovare la via perduta... a raddrizzare un torto... e soprattutto a ricostruirti una vita. Vera e credibile. Un film da vedere assolutamente.

 

Nessun commento:

Posta un commento

Niente parolacce, né!

Perché dono