lunedì 13 aprile 2020

Nerone

Chi può dire fin dove Nerone sia un personaggio della storia o della letteratura? fin dove sia creazione della realtà o della fantasia? quanto ha inciso sulla vita dei popoli a lui soggetti dal trono di Roma, e quanto sull'immaginazione dei posteri attraverso i drammi, i romanzi, la musica e il cinema? Basterebbe ricordare Quo Vadis? e Senaca, Boito e Racine.
La storia e la sua confusione con la leggenda incominciarono già coi primi scrittori che si occuparono diffusamente di lui, Tacito e Svetonio.
Negli Annali del primo c'é già il ritratto del principe tirannico e nevrotico, con le sue crudeltà e le sue paure. Tacito non trascura il numero dei suoi assassini e delle sue orge; narrerà impavido, dichiara, le abiezioni della classe dirigente taciute dagli altri "o perché ebbero la forza di sostenere l'enormità o per timore di suscitare disgusto anche nei lettori".
In Svetonio tutto questo scende nella cronaca e si snoda in mille rivoli: la vita quotidiana di Nerone é resa con la minuzia dei pittori nordici del Quattro e Cinquecento. Sembra un fitto susseguirsi di dati psicanalitici, altrettante rivelazioni di un osservatore clinico mosso da un'incontestabile curiosità: compresi i tic, i sospetti, i veleni e gli spettacoli preferiti dall'imperatore e la scena wagneriana dell'incendi di Roma, alla cui visa Nerone interpreta in un teatrino l'Eccidio di Troia.
Così storia e letteratura antiche ci hanno trasmesso uno dei loro personaggi più grandiosi, colmandolo di ferocie e forse anche di calunnie, riversando su un tiranno vero le invenzioni dell'opposizione e le chiacchiere del popolino.
Accostando le pagine che Svetonio e Tacito hanno dedicato a Nerone, abbiamo anche voluto esemplificare due differenti modi di fare storia. Svetonio di offre un ritratto a tutto tondo, con quello che oggi si chiamerebbe i consumato mestiere di un buon giornalista, di un inviato speciale.
Il suo è un racconto impressionistico che non si preoccupa troppo di spiegare il senso autentico di certi avvenimenti, i loro moventi segreti, i retroscena che li possono illuminare: onde accade che i gesti dei suoi personaggi ci appaiano spesso gratuiti.
Ben altro senso della complessità della vita politica e dello Stato possiede Tacito, che resta tuttavia un drammaturgo (e uno scrittore) di rara efficacia: la spietata lotta per il potere che egli rappresenta sembra anticipare le opere in cui Shakespeare ha messo in scena con pari potenza gli intrighi sanguinosi della conquista di un trono.
Ogni storico scrive per la realtà presente, per la società che gli è contemporanea, anche quando si rifà a vicende lontane. (tratto dal libro).
 
Mentre finivo questo testo, e pensavo a come darne un commento, ma prima di tutto mandarlo a memoria nel mondo attuale e nel mio modo di vederlo, mi venivano naturali alcuni paralleli. Il primo: quello con il mondo rappresentato dalla fantascienza. E' di questi giorni la mia visione di uno dei tanti episodi di Star Wars… gira che ti rigira, la musica non cambia… sempre per il potere combatte l'uomo, ma ancor di più, per trovare qualcuno che glielo faccia ricordare.. cosa sarebbe infatti un imperatore, un despota, senza un popolo da vessare ma da cui avere amore incondizionato? Non importa quanto estorto… ma pur sempre venerazione. E quanto sarebbe disposto quell'uomo a potersi paragonare ad un Dio? Ecco, di fronte a noi abbiamo Nerone, uno che, fatte le dovute proporzioni, Adolf Hitler gli faceva un baffo in termini di pazzia, sterminio, omicidio e depravazione… Cosa ci insegnano di nuovo Svetonio e Tacito? Niente… se non la follia di un uomo… sempre quell'uomo, che, da quando ha preso coscienza di sé ha finito troppo spesso per dare ascolto al "lato oscuro della forza"... ecco, l'ho detto!

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