venerdì 1 giugno 2018

Tex - il prezzo della vendetta


Questa volta non commenterò le gesta dei nostri eroi. Mi limiterò ad un breve ragionamento, senza rete e senza meta, su di un'aspetto forse trascurato in quel mondo dei fumetti che narra il lontano Ovest americano.
A differenza dei primi numeri di Tex, siamo di fronte ad un momento storico particolare. Gli indiani non ancora sotto chiave, ma ben confinati in un altrove non ben definito, i coloni che vivono in un ambiente ove, la civiltà fatica ad arrivare e l'antico mondo non si è ancora dissolto... una situazione ben narrata da The Revenant di Inarritu.
Aggiungi la presenza del ranch. Come interpretare questo elemento nella storia economica degli Stati Uniti? Una versione nuova del latifondo? Certo si, per molti versi, se è vero che al possesso del Ranch, tendevano tutti coloro che, per un verso o per l'altro, stavano alla larga dalla Town, dalla civiltà o da qualcosa di simile a ciò... Andrebbe, a mio avviso, indagato questo aspetto... perché il ranch? Forse ne verrebbero fuori similitudini con il nostro passato di civiltà agricola...
 


"In una verde valle sperduta fra le montagne del Colorado, si erge la fattoria dei Mallory.
Tanti anni fa, il predicatore Elias Mallory giunse li con il suo carro di pioniere, e quel luogo meraviglioso e isolato gli parve immediatamente il posto ideale per allevare i suoi figli e nipoti, trasformandoli in pacifici agricoltori e tenendoli lontani dalle tentazioni del mondo.
Quando Tex e i suoi pards giungono nella sua valle, Elias, pur ormai vecchio e segnato dalle fatiche dell'esistenza, non ha perso un grammo della severità biblica e della rigidità morale con cui ha educato la famiglia, indifferente alle lusinghe empie e corruttrici della ricchezza che potrebbe derivargli dallo sfruttamento minerario della sua terra, nel cui sottosuolo si nasconde una eccezionale vena aurifera.
A minacciare la tranquillità dei Mallory sono nemici esterni, come i bellicosi Cheyennes di Lupo Rosso e i minatori intenzionati a impadronirsi della fattoria, ma anche nemici più subdoli e invisibili, come i segreti celati nel passato di uno dei figli di Elias...
Ancora una volta, dunque, l'autore di un racconto di "Frontiera" ha scelto un ranch per mettere in scena i dolori e le speranze degli uomini, provenienti da ogni parte del pianeta, che, per tutto il corso del Diciannovesimo secolo si incamminarono sui sentieri del lontano Ovest.
Del resto, fra i mille miraggi che si agitavano davanti agli occhi degli aspiranti colonizzatori, ce ne erano due che accomunavano tutti: sopravvivere e poi fare fortuna.
Un miraggio, questo, che includeva mille diverse prospettive (al di qua e al di là della legge), ma che, per il 99% dei pionieri, significava guadagnare quanto bastava per occupare più terra possibile e diventare padroni di un ranch".

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