E' un mondo mitologico quello che ci attende in Noah, film del 2014. Ma anche un mondo pervaso di crudeltà, violenza e terribili realtà.
Prima del diluvio, un mondo in cui la tecnologia ha distrutto la natura, a rimarcare il passaggio dall'Eden alla volgarità della Terra. Il peccato originale si è trasformato in distruzione dell'armonia. Dio è quanto di più simile a Gaia si possa immaginare.
Noha e con lui la sua famiglia (vegetariani e rispettosi del volere di Dio) seguono l'indirizzo di salvezza dettato dal cielo.
E quando dopo una visione si mettono in viaggio, anche per allontanarsi dagli altri esseri umani, vengono soccorsi da angeli (caduti dal cielo e imprigionati nella roccia).
Ben presto la costruzione dell'Arca attira la cupidigia degli uomini, che sfidano il patriarca per sottrargli ogni bene. Ne nasce una terribile battaglia e quando infine la pioggia cade, Noha salva la sua famiglia e vede perire tutti gli uomini.
All'interno dell'Arca non tutto è idilliaco. E d'altro canto come potrebbe un essere umano, con le sue debolezze, capire sino in fondo il volere divino? Tra errori e speranze ci si abbandona al finale, con la ferocia del tradimento a causa del potere persuasivo di Tubal-cain (re dei discendenti di Caino) e l'amore di Noha per la vita che deve continuare a scorrere.
Bellissima rilettura di uno dei più importanti miti fondativi della nostra civiltà. Ben scritto e ben interpretato. Qualcuno lo ha disprezzato mescolando "Signore degli Anelli", "Star Wars" e mistica religiosa. Ma la verità è che questo kolossal riesce ad attualizzare un antico che appartiene a tutti noi e che ci spinge a pensare ad un Mondo diverso.
Ottima la regia di Darren Aronofsky e gli attori; da Russel Crowe vero patriarca a Jennifer Connelly sua moglie, ai figli a Hopkins/Matusalemme ed a Ray Winstone/Tubal-cain che interpreta tutte le velleità dell'uomo nel vano tentativo di governare una Terra non voluta così, da cui ci si deve difendere ed anzi dominare.
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