Che Luc Besson fumasse cose strane mi era già frullato nella mente dopo aver assistito a "il quinto elemento". Ora il sospetto che la qualità del misto al tabacco sia decisamente peggiorata è confermata da questo suo nuovo film se così lo si vuol chiamare.
Ragazza come tante, occidentale in paese del sud est asiatico, Lucy viene invischiata in una vicenda più grande di lei e finisce per divenire corriere della droga (nascosta con un operazione chirurgica nel suo intestino).
Una buona razione di calci fa rompere la droga e trasforma la povera Lucy in una specie di mostro in grado di manipolare ogni oggetto intorno a lei.
Inseguita dalla mafia coreana, la nostra è capace di ogni genere di magia. Arriva a Parigi dove, con una memorabile (e unica cosa degna di nota) corsa automobilistica, recupera gli altri corrieri e i pacchi di droga e incontra il professor Norman, un bollito Morgan Freeman che crede di essere sul National Geographic e riesce ad addormentarci con la stessa facilità.
Un misto di Nikita e Leon, senza farsi mancare un richiamo al recente "Transcendence" altra boiata firmata dalla presenza di Johnny Depp.
Un film intervallato da spiegazioni documentaristiche sulle capacità poco sfruttate del cervello umano (credetemi non serve un documentario, basta guardarsi intorno). Neanche "Scientology" sarebbe riuscita a fare meglio... Una pena senza pari...
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