"Questo romanzo è il primo che ho scritto; quasi posso dire la prima cosa che ho scritto, se si eccettuano pochi racconti. Che impressione mi fa, a riprenderlo in mano adesso? Più che come un'opera mia lo leggo come un libro nato anonimamente dal clima generale d'un epoca, da una tensione morale, da un gusto letterario che era quello in cui la nostra generazione si riconosceva, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale".
"Le letture e l'esperienza di vita non sono due universi ma uno. Ogni esperienza di vita per essere interpretata chiama certe letture e si fonde con esse, Che i libri nascano da altri libri è solo apparentemente in contraddizione con l'altra: che i libri nascano dalla vita pratica e dai rapporti tra gli uomini".
"La memoria o meglio l'esperienza, che è la memoria più la ferita che ti ha lasciato, più il cambiamento che ha portato in te e che ti ha fatto diverso".
Traggo da questo libro solo alcuni spunti, gli ho dato il massimo dei punti su "Anobii" perché lo meritava; lo meritava per la bellissima premessa, bella quasi più del romanzo, per la geniale scelta di far interpretare ad un bambino questa vicenda di "grandi" ed ai suoi occhi ed ai suoi pensieri dare voce al romanzo.
E' altre sì bellissimo seguire i pensieri del commissario politico Kim, che durante il suo cammino nella notte cerca di darsi un motivo per giustificare la guerra civile e il perché una parte ha torto e una ragione.
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