Inizialmente "Hausbau und dergleichen" questo testo, scritto da Heinrich Tessenow nel 1916, fa della semplicità la sua forza.
"Se oggi vogliamo costruirci una nuova casa oppure arredarci un appartamento o comunque se intendiamo occuparci seriamente di una cosa, che sia in una certa misura durevole, ci rendiamo subito conto che si tratta di una operazione incredibilmente complicata: conosciamo ed amiamo quasi tutto, il molto antico e il molto moderno, il grosso e il sottile, ecc. e alla fine non sappiamo cosa scegliere".
"Nulla ci sarà nemico quanto la superficialità, dovremo continuamente ripetere a noi stessi: se questo é necessario, che sia poco, ma che sia l'essenziale da ogni punto di vista".
Perché leggerlo? Nella sua semplicità nasconde spunti di una chiarezza disarmante, utili per chi voglia approcciarsi al "mestiere" dell'architetto senza pregiudizi o eccessi. Perché semplice non vuol dire banale, ma al tempo stesso linearità, ricerca del necessario e libertà dai fronzoli possono fare dell'architettura la vera scienza dell'abitare.
Questa sua visione dell'architettura contribuì alla sua esclusione dalla storiografia ufficiale per molti anni e il suo lavoro fu spesso frainteso e associato ingiustamente all'architettura di regime della Germania nazista.
Questa sua visione dell'architettura contribuì alla sua esclusione dalla storiografia ufficiale per molti anni e il suo lavoro fu spesso frainteso e associato ingiustamente all'architettura di regime della Germania nazista.
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