E' una preistoria tutta particolare quella che vi è rappresentata. Cosa mai ci sarà da ridere in un mondo piatto, con vulcani, dinosauri, formichieri e formiche e due donne (di cui una brutta e cattiva)?
E invece pare che il tempo per annoiarsi non ci sia, per il semplice fatto che, al netto dei gadget tecnologici che ci attorniano, l'uomo resta sempre tale, con i suoi dilemmi, le sue folli pensate, le sue meschine idee e i suoi voli pindarici.
Così abbiamo la ruota ma non sappiamo che farcene, abbiamo i fiammiferi ma si accendono allungano un braccio al cielo e aspettando un fulmine, abbiamo le caverne ma sono sporche e per nulla ambite.
Il protagonista è un uomo quasi evoluto, privo di peli e che pratica sport, incide scritte su lastroni di pietra, usa conchiglie per pagare la merce, c'è lo psichiatra e il dottore (e come in Penauts sta tutto il giorno appoggiato ad un pietrone con la scritta che lo pubblicizza sotto).
Non sono da meno gli animali: i pochi dinosauri, una tartaruga, un serpente, un formichiere, le evolutissime formiche (con tanto di televisione), un uccello senza ali, pesci, le ostriche, tutti con i loro pensieri, le tribolazioni e le speranze in tutto e per tutto simili all'uomo. Geniale.
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