Non mi ha fatto impazzire questo "dark"... ma qualche spunto me lo ha comunque regalato. Innanzitutto nell'indelebile parallelo tra la crisi della società americana, continuamente udibile in sottofondo, trascinata dallo scandalo bancario della Leman Brothers, e obbligata a trovare una soluzione - forzata e sporca - ad altrettanto sordidi affari…
Così fanno i politici, così fanno i delinquenti… in una società libera certo, ma totalmente indifferente ai destini di ciascuno… perché "the show must go on"... e questo è tutto.
La trama: Johnny Amato intende utilizzare due sbandati per rapinare la bisca dei mafiosi, sicuro di farcela perché, chi la gestisce - Markie Trattman - ha già fatto questa cosa in passato, salvo poi vantarsene pubblicamente… allora l'ha passata liscia… ma questa volta?
La rapina riesce ma... la storia è troppo grossa perché possa essere creduta… così Trattman viene malmenato per capire se è stato davvero lui e, visto che non centra nulla, l'affare viene affidato a Cogan, un killer professionista che, pur non amando uccidere le sue vittime, fa il suo lavoro… al suo fianco scorrono personaggi incredibili… (su tutti il compianto Gandolfini, nel ruolo del killer oramai bruciato) ma prima di tutto il business… la bisca ferma non fa girare i soldi e gli affari sono affari… aspetto chiaramente ricordato nell'ultima scena proprio da Cogan. "Io ho fatto il mio lavoro, siamo in America, e ora pagami i miei diecimila dollari".
Se non è libero mercato questo...
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