Il Manuale di Epitteto non è e non vuole essere un'esposizione organica di un sistema filosofico, ma un agile strumento a disposizione di chi desidera conformare la propria vita ai principi della morale stoica.
Secondo Epitteto, la realtà che ci circonda si divide in due classi fondamentali: ciò che è in nostro potere e ciò che non lo é, e tutte le infelicità dell'uomo derivano dalla mancata conoscenza della propria natura e dei propri limiti.
Libero potrà essere solo chi saprà respingere tutto ciò che non è in suo potere, senza inseguire ciò che comunque non è sotto il suo controllo.
In modo estremamente moderno la libertà della persona viene quindi a configurarsi come la libertà interiore. Questo manuale resta uno dei testi di riferimento della filosofia occidentale o almeno di quella parte che si preoccupa degli aspetti interiori dell'uomo e non si chiede con crescente angoscia cosa si debba pensare, senza flettersi in ossequio ai risultati della tecnica e ai progressi delle scienze. (dal risvolto del libro).
Non si può fare filosofia, o almeno occuparsi di essa, senza conoscere il pensiero di Epitteto, lo stoicismo che lo sostiene e la comprensione delle semplici regole che ne stanno a fondamento.
Come non ritrovare tracce di Cristianesimo, di forza di volontà espressa da uomini forti, dallo stesso teatro di Shakespeare…
Una su tutte: "Ricordati che sei attore di un dramma e di quale dramma lo decide l'autore; di un dramma breve se lo vuole breve, di uno lungo se lo vuole lungo. Se vuole che tu faccia il mendicante, bada di recitare bene anche questa parte, e lo stesso per la parte dello zoppo, del magistrato, del privato cittadino: questo infatti è il tuo compito, recitare bene il ruolo che ti é stato assegnato: sceglierlo invece spetta ad un altro".
E in merito a coloro che non vanno, seppure invitati, al pranzo bandito da un potente: "Non hai nulla al posto del pranzo? Hai invece qualcosa: non hai lodato la persona che non volevi lodare"... più chiaro di così.
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