L'arrampicata sportiva ha accompagnato un lungo tratto della mia giovinezza, mi ha formato, mi ha forgiato, mi ha fatto amare lo sport, la montagna, mi ha reso socievole, mi ha fatto crescere e conoscere i miei limiti, mi ha messo in competizione, mi ha fatto soffrire e godere…
Dunque, non posso non sentirmi partecipe delle emozioni (anche se i miei traguardi non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelli di Alex Honnold) provate da questo incredibile e fortissimo sportivo.
Non posso non gioire con lui e disperarmi, quando non si trova l'idea giusta, la giusta ispirazione per completare la via. Tanto più che la sua via, oltre ad essere difficilissima, lunga e perigliosa, non concede alternative. Se sbagli… muori.
A qualcuno potrà apparire follia, esagerazione. Personalmente, anche se il free solo mi ha sempre fatto paura e l'ho praticato raramente, lo capisco e ne accetto le regole, la scelta di vita e l'accettazione delle conseguenze.
Uno può morire, ma tutti prima o poi moriamo. Uno muore facendo quello che più ama… e questo non tutti lo possono fare. Al netto di queste più o meno folli divagazioni, resta l'impresa sportiva, studiata, ragionata, preparata con cura maniacale. E l'esito è superlativo. Guardare per credere.
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