"Entomologo, affabulatore e audace pensatore, Fredrik Sjoberg ci accompagna in nove viaggi di scoperta seguendo il suo fiuto per le storie di eccezione che si nascondono dietro i dettagli più marginali.
Un'escursione sulle tracce di un tiglio centenario o un nome trovato sul retro di un raro autoscatto di Strindberg diventano il punto di partenza per funamboliche avventure attraverso la storia, la natura, l'arte, tra aneddoti bizzarri e personaggi tanto curiosi quanto sconosciuti, all'insegna di quel gusto per la ricerca e per il "pezzo unico" che lo Sjoberg collezionista sa tradurre in letteratura.
Dalla battuta di caccia di Theodore Roosevelt che lanciò il popolare orsacchiotto Teddy Bear alla passione per l'arte che a inizio '900 trasformò un impiegato delle poste di Göteborg in un collezionista di avanguardia, dall'incontro tra Lenin e la pioniera dell'ambientalismo svedese Anna Lindhagen al ruolo che ha avuto l'invenzione della borsa, nella lontana preistoria, per l'evoluzione umana: di racconto in divagazione ci ritroviamo a osservare il mondo con lo sguardo di uno scienziato - umanista e fine provocatore, che in ogni campo rivendica l'importanza, oggi trascurata o data per scontata, della bellezza.
Quella bellezza che di rado si affaccia nella ricerca estetica contemporanea e di cui non si parla mai nelle politiche ambientali, così tese a proteggere la biodiversità da perdere di vista il valore poetico di uno splendido paesaggio.
Facendo incontrare natura e bellezza /cultura nella leggerezza ironica delle sue pagine, Sjoberg ci porta lungo quel crinale, come lo definì Nabokov che lega scienza e arte".
Appena ho saputo di questo nuovo libro di Sjoberg, mi sono precipitato, non ad acquistarlo, ma a prenotarlo in biblioteca.. con la speranza che, dopo l'exploit di "L'arte di collezionare le mosche" e la altrettanto positiva prova de "il re dell'uvetta", Sjoberg fosse riuscito a riprendersi dal tonfo (ma questo è un giudizio tutto mio) de "L'arte della fuga" terzo episodio dei suoi racconti, mix tra scienza, biografia, storia (con la S grande e piccola) e tante piccole cose messe insieme… Un tonfo che (a mio giudizio sempre, sia ben chiaro) prosegue. Perché si, questo "Perché ci ostiniamo" non convince.. con nove racconti ove, con tutto il rispetto che si deve ad uno scrittore/scienziato/divulgatore e tante altre cose ancora, mi pare che si faccia come i centrocampisti… dei gran passaggi avanti ed indietro, del gran palleggio, bellissime azioni sia chiaro… ma nulla, neanche un goal, nemmeno un palo o una traversa.. lì, inchiodati a centro campo, con i tifosi che per metà partita ti osannano e per l'altra metà ti scuoierebbero vivo… Questo mi è parso di vedere nel quarto volume… Morale: diventi famoso con il primo, ti spremi con il secondo, caschi con il terzo, il quarto è fatto di frattaglie dei tre precedenti… ora, come nei migliori pasti, siamo alla frutta. O tiri fuori il coniglio dal cappello, o la prossima tua fatica te la puoi cantare e suonare da solo.
Nessun commento:
Posta un commento
Niente parolacce, né!