Il re dell'uvetta, mi aveva fatto conoscere Sjoberg, la sua spiritosaggine nordica, il suo modo di mescolare sacro (la scienza) e profano (le vite quotidiane, gli amori, le follie tutte umane) in una miscellanea che ruotava tutta intorno a Gustaf Eisen...
Ora ci riprova, con questo bellissimo romanzo/biografia/autobiografia/saggio e tante altre cose ancora, tutte tenute insieme da un racconto, che non stanca mai.
"Nessuna persona sensata si interessa alle mosche e soprattutto, ahimè non le ragazze"... così inizia il racconto... "ma sono questi screditati insetti ad aver cambiato la vita di Friedrick Sjoberg, o meglio, la curiosa famiglai dei sirfidi, che abbondano nell'idilliaca isoletta svedese dove si è trasferito e di cui è uno dei maggiori esperti e collezionisti".
Da qui parte il parallelo con l'autore, vicende ironiche si alternano a tristi episodi, una vita dedicata alla lentissima arte del collezionare, dell'attendere il passaggio dell'insetto giusto, modi di vivere che nascondono una irrequietezza di vivere, già rappresentata da altri grandissimi... Chatwin, Lawrence, Kundera... personaggi affascinati alla catalogazione... attraverso divagazioni, storie, aneddoti, è una rete, come quella di Malaise, che ci prende e non ci lascia più... per scoprire che "tutti nell'intimo siamo collezionisti di mosche, anche se non ce ne siamo mai accorti".. ed un ottimo testo per conoscere questi insetti, a patto di armarsi di santa pazienza e di un buon motore di ricerca con immagini, per scoprire la Pollenia (mosca delle soffitte), la Sfinge del Galio (io le chiamo trombette), le mosche necrofore, la differenza tra ditteri e imenotteri (il numero delle ali).. o della Bottonologia... la scienza che studia il futile.
Scopriamo così che "le carcasse sono come isole in cui si può seguire fin dall'inizio la colonizzazione e l'evoluzione dell'ecosistema" o che "una collezione completa è la più triste delle collezioni" o seguiamo divertenti racconti sulle notti estive in compagnia di un rospo, tutti e due intorno ad un lenzuolo, come ad un silenzioso ristorante... insomma un ottimo testo che, solleticherà la curiosità di queste piccole creature che ci girano intorno e di cui non sappiamo proprio nulla...
Sarebbe potuto essere un capolavoro se non avesse dedicato l'ultima parte ai quadri ed alla passione tardiva di Malaise per questo genere di collezione... nulla aggiunge e molto sottrae.
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