Come a tutti ben noto, il profilo del buono, l'interpretazione del buono, non chiede gran fatica, gran spessore, difficoltà di identificazione, quanto il cattivo.
Il cattivo, per sua natura, è contorto, spesso incomprensibile... rappresentando il "lato oscuro", ha bisogno di essere capito, necessita di un retroterra che ne giustifichi le gesta, che tenga alta la tensione emotiva che lo porta a delinquere...
Figuriamoci se gli eroi negativi diventano tanti, tutti... in un primeggiare di cattiveria, violenza, addirittura inutilità del gesto.... a quel punto in chi identificarsi (perché questo avviene), chi disprezzare, per chi parteggiare?
Gomorra, rappresentazione televisiva ad episodi (12 nella prima serie) ci pone di fronte a questo amletico dubbio: chi è meglio? chi è meno peggio? oppure, chi è giustificabile o meno ingiustificabile degli altri? perché comunque per qualcuno dobbiamo pur parteggiare... provate voi a guardare 12 episodi di 50 minuti cadauno, tenendo per lo Stato e con il Codice Penale aperto, elencare i reati che scorrono sullo schermo e i relativi anni di carcere... da uscirne pazzi...
"Bastardo! 589 CP omicidio colposo, 575 CP omicidio premeditato, 416 bis CP associazione mafiosa, e lo spaccio di droga? e la rapina... mamma mia, che tripudio di reati... piano per favore, fate pure le vostre porcate, ma più lentamente che non trovo l'articolo...
Gomorra, basato sul libro di Saviano, rappresenta una Napoli vittima, suddita e pure complice, di un sistema criminale che la saccheggia, deruba, sottomette, violenta... il napoletano medio, o è delinquente, oppure povero ignorante, ottuso, legato al rito della Madonna, allo spaccio, alla movida...
Dal punto di vista antropologico, se fossi napoletano, citerei per danno di immagine gli sceneggiatori di Gomorra... li farei arrestare, li incolperei di sputtanare un'intera città, ricca di storia, di arte, di cultura, abitata da brava gente... oppure... prenderei atto che è tutto vero.
A voi l'ardua decisione.
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