Lo avevo scritto nel marzo dello scorso anno... la vicenda Regeni è un piccolo fastidio in un ingranaggio troppo grande... e come tale è destinata, prima o poi, ad essere rimossa... il tutto sulla strada dei milioni, anzi miliardi di euro o dollari che gravitano intorno alla Libia... puntuale, poco più di un anno dopo, arriva la conferma: l'ambasciatore italiano tornerà al Cairo, in cambio di? nulla... Problemi più urgenti e questioni più scottanti della verità e della dignità di uno Stato, impongono di mantenere un profilo basso e la Realpolitik non consente perdite di tempo o di lacrime (se non quelle coccodrillesche) per una persona sola.
Così oggi, tutti sappiamo chi è stato e cosa è successo.
Rapito, torturato e ucciso dai servizi segreti egiziani, vicenda di cui tutti sapevano e per la quale nessuno pagherà.
Meno chiara e meno indagata, oltre che più pelosa, resta la posizione dell'università che lo ha mandato a morire e che subito dopo l'ha dimenticato...
Cosa ci insegna la vicenda Regeni? Che la determinazione, il coraggio, la passione di un bravo giovane purtroppo non sono sufficienti a superare certi ostacoli e che il mondo non ha tempo da perdere... business is business... Giulio Regeni? Amen.
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