martedì 1 agosto 2017

La lettura 296

E siamo al n. 296 de "La lettura", ne parlavo già qui in occasione della descrizione di una domenica qualsiasi... L'inserto domenicale del Corriere della Sera, che è possibile avere già dal sabato al costo di 50 centesimi... è oramai appuntamento fisso, insieme all'inserto "Robinson" della Repubblica, acquistabile insieme a L'Espresso per 2,50 euro...
Se penso che lo acquisto dal primo numero, 296 settimane or sono (pari a quasi 6 anni) direi che oramai è diventato compagno fisso delle mie domeniche, insieme al caffè e due passi, magari sul Ticino o al bordo di uno dei bellissimi laghi della nostra provincia...
Brutta la fine che fanno questi inserti... prima veloce lettura, seconda lettura degli articoli che mi incuriosiscono, strappo delle pagine che non mi interessano, cannibalizzazione di quelle che voglio conservare.... insomma la morte certa!
 
Prendiamo in esame questo numero... cosa realmente conserverò?
 
Hip Hop nella musica, Fantasy nell'arte contemporanea, la fine del ceto medio, la classifica degli sportivi più pagati al mondo, il nuovo libro di Salman Rushdie, dove va il teatro, un bellissimo articolo sull'invidia... la classifica dei libri più venduti questa settimana, il fumetto... e poi musica... un altro bellissimo articolo su un grande regista italiano: Mario Bava... horror a livello mondiale...

Ma un articolo ha attirato la mia attenzione:

Pericle e Gramsci lottano uniti. Agli antipodi del populismo. di Mauro Bonazzi
Interessante richiamo ad una frase che ho letto altrove: "il populismo è semplice, la democrazia complicata".... Si parla della "trappola di Tucidide" lo scontro tra due superpotenze, ma il vero tema di fondo è un altro, il collasso di una comunità; è successo ad Atene, e non solo là. Può sempre succedere, perché gli uomini sono sempr
e gli stessi. Apparentemente animati dalle migliori intenzioni, dominati in realtà da forze oscure di cui spesso non sono consapevoli: paura, ricerca del proprio interesse, desiderio di affermazione di se stessi. Fino a che le cose vanno bene, a società riesce a contenere le passioni potenzialmente rovinose. Ma è una situazione precaria, che rischia sempre di saltare, quando nuovi elementi modificano gli equilibri esistenti. E' instabile il mondo degli uomini... da qui alla corruzione del linguaggio il passaggio è breve...
il comportamento di Pericle, la sua calma, il suo discorrere vengono narrati da Tucidide,  che così scrive: "Chi inveiva infuriato riscuoteva sempre successo, chi cercava di prevenire era considerato pauroso e disgregatore del suo gruppo..." , di certo si sa che cosa accade quando lo spazio per le parole si è definitivamente chiuso. Nel mondo delle opinioni i cui volenti o nolenti ci troviamo, i confronto è obbligato: dopo non resta che lo scontro.

Una volta Antonio Gramsci fu accusato di scrivere testi complicati, difficili e dunque inutili. La sua replica non sarebbe dispiaciuta a Pericle: era vero, rispose e avrebbe continuato a farlo, perché credeva onesto trattare i lavoratori come uomini a cui si parla apertamente, crudamente, delle cose che li riguardano. Purtroppo gli operai e i contadini sono stati considerati a lungo come dei bambini che hanno bisogno di essere guidati dal pugno di ferro del padrone, dalla parola roboante e melliflua dei demagoghi... volete che chi é stato fino a ieri uno schiavo diventi un uomo? Incominciate a trattarlo sempre come un uomo e il più grande passo in avanti sarà già fatto.
 
Insomma, in un'epoca di molta, troppa, demagogia, di mille voci che si levano a strapazzare chiunque, spesso senza titolo, ma solo perché armate di megafono virtuale, perché non tornare ai fondamentali, al galateo istituzionale... che dica la verità ed i fatti e non le conclusioni sragionate... lo hanno fatto i giornali in passato, prima che perdessero la ragione, lo fa la rete oggi... siamo ancora in tempo?

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