sabato 24 giugno 2017

Frozen

Adam Green dirige questo ottimo film... della serie l'inconveniente è dietro l'angolo e... "una serie di sfortunate coincidenze, portano alla morte o almeno alla tragedia"...
Partiamo dalla trama: decisi a sciare senza spendere troppo, tre sciatori (due amici di lunga data e la fidanzata di uno dei due) finiscono per rimanere bloccati su una seggiovia e dover scegliere tra la morte per congelamento e una lontana, difficile possibilità di salvezza...
E' tipico dei racconti di paura, che vi sia un prima, un durante ed un dopo.
Il prima è dato dal farci conoscere i nostri tre... non è che corra tutto questo buon sangue... i due amici sentono la ragazza come un'intrusa nella loro vecchia intesa, lei si sente esclusa, nessuno però vuole rovinare il fragile equilibrio in virtù del solito antico gioco del detto e non detto...
il durante nasce nel momento in cui, non paghi della giornata sulle nevi, i tre superano il divieto (dettato dall'arrivo del cattivo tempo) di salire sull'impianto e si trovano bloccati ad un'altezza improbabile e lontani da tutto e tutti, per un'intera settimana...
 
Qui ovviamente, sta tutta la maestria del regista... quello di trasformare una staticità mortale, in un susseguirsi di tensione e sospensione... la presa di coscienza, lenta ma costante, che non vi sarà nessuno che viene a salvarti, il cedere al gelo, le recriminazioni, i tentativi più o meno eroici, più o meno folli ed inutili...
Chi non è andato sulla seggiovia? Chi non ha avuto freddo? Chi non teme la notte in mezzo ai boschi? Chi non ha paura dei lupi? e dell'altezza? e della promiscuità quando si deve fare pipì?
Piccoli dettagli si vanno a sommare, rendendo tutto sempre più difficile... sino al colpo di scena.. uno dei tre si lancia, sperando nella neve... ma sbaglia il colpo e si spezza le gambe. la morte arriverà a causa dei lupi. il secondo decide di percorrere via cavo il tratto che lo separa dal pilastro... riesce a scendere e prova a giungere sino a valle... ma, come scopriremo dopo, non va lontano.
La terza, cade insieme a parte dell'impianto, e questo ne attutisce il colpo, permettendole una terribile e lunga discesa a valle e la conseguente salvezza... ad un costo ovviamente molto alto.
 
il dopo: la capacità di far riflettere nel film è data dall'analisi dell'animo umano. Da una prima fase in cui, tutto andrà bene, dobbiamo solo aver pazienza, alla presa d'atto che non c'è possibilità di aiuto esterno, alla visione della morte, alle recriminazioni, alla riappacificazione, all'esito finale...
 
Restano ahimè alcuni (perdonabili) errori o esagerazioni.
I lupi sono animali notturni, ma soprattutto non frequentano impianti sciistici... i gestori li avrebbero già riempiti di piombo alla prima comparsata...
La cattiva gestione dell'impianto non è possibile, perché la legge impone a monte ed a valle una presenza sino a chiusura impianti... si ferma tutto quando il numero dichiarato vuoto è stato visionato da quello che sta a monte... questi passaggi concitati, necessari per giustificare l'abbandono dei tre sventurati, sono una forzatura cinematografica, che noi ovviamente fingiamo di accettare volentieri in ossequio alla trama.
Ottimi i trucchi legati all'azione del ghiaccio, meglio di quelli causati dalla caduta e dai lupi... i quali satolli, lasciano scappare l'ultima sopravvissuta e noi siamo felici per lei... anche se l'avventura ci ha provato mica male.

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