L'adolescenza in Italia vissuta da un giovane albanese. Saimir, mentre aiuta il padre a gestire un traffico di immigrati clandestini, cerca di trovare la sua strada verso l'età adulta.
Doppiamente estraniato, verso il padre ed una madre acquisita, verso il paese che lo ospita di cui non comprende le regole e da cui è guardato con sospetto.
Mentre il labile confine tra ciò che è lecito e ciò che non è, diventa banco di prova per il giovane Saimir, due incontri, con una ragazza italiana e con una albanese lo porranno per la prima volta di fronte agli interrogativi della vita.
Accettare il padre e i suoi reati o cercare una propria via verso l'età adulta?
Paragonato a Truffaut, ed ai "Quattrocento colpi", (si pensi al parallelo della presenza del mare e della spiaggia, quale limite tra infanzia e età adulta) ha dalla sua la leggerezza della visione infantile che, posta di fronte ai difetti ed alle devianze della vita si difende superando l'aspetto morale con il distacco dai beni stessi.
Un bel film, drammatico, maturo, profondo e tenero.
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