C'era una volta il mondo delle nuvole parlanti italiane. Contro di esso, un mondo.
Si trattava del mondo dell'etica pruriginosa sopravvissuto alla Seconda Guerra Mondiale e in via di rinascita, che vedeva quei giornalini, allora tanto in voga, come la fonte di tutti i mali.
Perfino Tex era considerato sconveniente dagli opuscoli distribuiti negli oratori per dare indicazioni di lettura ai ragazzi, figurarsi uno come Kinowa.
Celato dietro una maschera satanica, lo Scout Sam Boyle seminava la morte sui selvaggi sentieri del West, uccidendo barbaramente quei pellerossa che tanti anni prima gli avevano ammazzato moglie e figlio e l'avevano scalpato.
Immaginate quale pietra dello scandalo rappresentò questa pubblicazione nel 1950.
E' dalla tormentata figura di Kinowa che Claudio Nizzi, sembra essersi ispirato per tessere la trama di "L'uccisore di Indiani", la prima delle due storie di questo Texone.
Il personaggio di Lavezzolo riecheggia fortemente in questo episodio, l'efferato cavaliere nero che galoppa solitario i cupi sentieri di montagna squarciati dai lampi.
Passando dal West della finzione all'Inghilterra della realtà, una figura tanto sfuggente quanto terrificante lasciò un segno indelebile negli annali del crimine.
Un assassino crudele e inafferrabile: Jack lo Squartatore.
Sull'identità del feroce killer seriale e sul suo destino si sono formulate, nel tempo, molte ipotesi.
Almeno tante quante le opere letterarie, i saggi, i film, le serie televisive e i fumetti che si sono rifatti ai delitti avvenuti nel quartiere White Chapel 1888.
Nemmeno Nizzi é sfuggito al suo fascino maledetto e in "Missione a Sierra Vista" ci porta tra gli assolati panorami dell'Arizona, in cui si muove Tex proponendo un pizzico di quei crimini perpetrati nelle fumose strade della Londra Vittoriana.
Luoghi e ambienti diversi per raccontare le avventure di Tex.
Uno Scotland Tex? Parrebbe questo il filo conduttore del volume appena concluso.
Due diversi episodi (e già questa é una novità) dettati dalla difficoltà nel tenere in piedi una storia troppo a lungo; con un unico filo conduttore: l'omicida seriale.
Nel primo caso, uno scalpatore di indiani, vendicatore di un torto subito.
Nel secondo un assassino simile a Jack lo Squartatore. Mancando di nebbie inglesi, molte delle storie si svolgono all'intero dei pochi edifici esistenti nei villaggi visitati: la chiesa, l'ufficio dello sceriffo, l'emporio, la casa abbandonata o diroccata, la villa del furfante arricchito.
E' in fondo una riparazione dei torti subiti, quella che porta il nostro eroe a scoprire (in modo molto discutibile, almeno in un caso) il colpevole.
In entrambi i casi Tex riparte dalla scena del crimine con l'amaro in bocca. Ma é inutile dare tutto per scontato, il cattivo ha molte facce e più sono subdole, più scavano nel nostro lato oscuro più fanno riflettere. Da leggere con spirito riflessivo.
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