Di puntata in puntata veniamo catapultati (o catapuntati ?) in una città violenta, dove i cattivi (tutti, a prescindere dal lato della barricata) l'hanno vinta e i deboli di cuore o con qualche sentimento, sono destinati ad affogare, a mandare giù rospi, a non venire a capo di nulla o peggio essere usati loro malgrado.
Ma è la famiglia a farla da padrona. Il legame che ogni personaggio ha con la persona che gli sta a fianco e che più o meno consapevolmente subisce o impone le scelte che ciascuno prende per arrivare allo scopo... una serie infinita di tradimenti, cattiverie, insulti, vendette… ogni carta è buona per raggiungere l'obiettivo. Salvo poi, riconoscere di avere un attimo esagerato. E ricambiarne in cambio comprensione… perché, ragazzi! Siamo a Boston.
Bella, scritta bene, ti tiene sulla corda ma senza sensazionalismi… ti fa voler bene ai cattivi e meno ai buoni, ti fa capire il sottile distinguo che trasforma un vincente in uno zombie e quali trame si muovano dietro il potere… da vedere, non fosse altro per quella incredibile faccia di bronzo di Kevin Bacon, nel ruolo dello sbirro cattivo, crudele, disonesto, ma molto molto efficace.
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