Dividerei in due parti uguali questo libro. La prima parte, entusiasmante, narra le imprese alpinistiche di Walter Bonatti. Che dire? Esaltante. Un vero eroe, forte, capace, con la testa sulle spalle.
Un'intermezzo, ugualmente molto interessante, sulle esperienze di viaggio di Bonatti. Ben raccontate e mai noiose.
Infine la terza parte, che ci poteva essere risparmiata, sulla tenzone che per decenni ha visto Bonatti difendere la "sua" verità sulla salita e la conquista del K2.
Capisco, condivido e difendo il punto di vista di Bonatti. Sono certo che gli è stato tirato un terribile pacco, però, lasciatemelo dire… questa parte poteva (e trova) trovare posto in qualche altro testo dedicato all'argomento. Nessuno oramai mette in dubbio i meriti sportivi, umani e di coscienza di questo grandissimo alpinista, ma questo ripetersi di argomentazioni finiscono per annoiare e rendercelo un grillo parlante noioso.
"Le più significative scalate compiute da Walter Bonatti negli anni Cinquanta e Sessanta.
Un'antologia in cui, attraverso il racconto di imprese fisicamente estreme, emerge un intreccio di forti motivazioni ed emozioni che, rielaborate con il tempo, tracciano le tappe di una maturazione caratteriale e spirituale.
Qui, più che in tutti gli atri suoi libri, il grande alpinista ci spiega l'impulso irrefrenabile all'azione che lo ha portato a concepire e ad affrontare quel genere di avventure che solo le menti più creative osano sognare".
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