Perché acquistare e poi leggere un numero di Meridiani Montagne dedicato alla Val di Mello. Un numero di 6 anni or sono poi? Forse perché, pur non avendola mai visitata, la Valle mi è amica, l'ho mitizzata a tal punto da conoscerne oltre che la storia, le persone, le cime, le vie...
Correva l'anno 1984 e muovevo i primi passi sulle pareti, nasceva ALP, la rivista dedicata alla montagna, una montagna diversa però, fatta di salite sempre più estreme ma verso il nulla, non più la lotta per la conquista dell'alpe di vecchia memoria... Era, seppur tardivamente, arrivata la rivoluzione dell'arrampicata, delle libere, ci sarebbe stata poi Bardonecchia e le gare... Leggevo della Val di Mello, della mescola sotto le scarpe che aveva consentito il superamento del vecchio VI grado... I nomi delle vie, richiamavano mondi lisergici, voglia di cambiamento, passi estremi senza corda (e forse senza senso).... ecco perché, a distanza di così tanto tempo, leggere della Valle (una sorta di Arcadia da cui attingere storie, miti, sogni, ricordi) mi ha fatto piacere, mi ha collegato con la mia storia ed il mio passato....
"La scoperta alpinistica della Val di Mello inizia verso la metà degli anni Settanta quando fanno la loro apparizione alcuni giovani arrampicatori di Milano e Sondrio.
Salgono con le scarpe da ginnastica, la corda è un puro proforma, predicano e praticano il clean climbing, e in una manciata di anni aprono numerose vie.
Il loro approccio all'arrampicata, scanzonato e libero, è un'esplicita contestazione alla retorica degli alpinisti classici.
Questa fase di scoperta termina alla metà degli anni Ottanta, con l'arrivo degli primi spit.
Oggi la Val di Mello, grazie alla sua storia e alla sua spettacolare roccia granitica, è uno dei luoghi simbolo della storia dell'arrampicata, e da un paio di lustri ospita il Melloblocco, divenuto il più importante raduno Boulder al Mondo che all'ultima edizione contava una rappresentanza di 45 nazioni".
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