domenica 20 maggio 2018

Libro 11, Romanzo 18

Vi sono due modi di affrontare il mondo. Quello degli alberi e quello degli esseri viventi (gli animali e  gli uomini). I primi restano fermi al loro posto e si attrezzano contro il cambiamento, i secondi si spostano per evitarlo.
Dal punto di vista della letteratura nordica, rientrano nella seconda categoria i protagonisti dei libri di Arto Paasilinna sempre in fuga da qualcosa e sempre pronti a cambiare tutto per resistere alle avversità o ad un mondo che li respinge o in cui vivono a disagio.
Ci sono poi quelli del primo gruppo. Gli "uomini - albero". Sono i protagonisti dei libri di Dag Solstad. Come in "La notte del professor Andersen" anche in questo testo dal titolo "Romanzo 11, Libro 18" sono persone che, o non si spostano, oppure quando lo fanno se ne pentono e optano poi per una resistenza passiva, basata sul restare immobili, lasciando che il mondo gli scivoli addosso e si dimentichi di loro.
E' il caso appunto di questo libro, ottimamente tradotto e nel taglio inconfondibile della casa editrice Iperborea. Bjorn Hansen ha lasciato moglie e figlio piccolo per seguire un'altra donna, per poi lasciarla ed andare a vivere da solo. Cosa cercava? L'attimo fuggente, la felicità perpetua... ma non esiste qualcosa che risponda a questo desiderio e quindi Bjorn non riesce a fare i conti con sé stesso. E allora escogita una singolare forma di protesta. Anzi, un'immobilizzante forma di protesta. Non dico di più, per non guastare la lettura.
  
 
 
"Arrivato ai cinquant'anni, Bjorn Hansen non può accettare l'idea che tutta la sua vita sia stata dominata dal caso, dal gioco sociale, dalle illusioni su cui ha via via costruito e demolito i castelli delle proprie scelte.
Diciotto anni prima ha abbandonato la moglie, il figlio piccolo e una promettente carriera di funzionario statale a Oslo per seguire la sua amante Turid Lammers in una cittadina della Norvegia profonda.
Irretito dal fascino dell'avventura, inseguendo un'intensità che aveva potuto intravedere solo nell'arte e nella letteratura, si è ritrovato a fare l'esattore comunale e l'attore di operetta in una compagnia di teatro amatoriale di cui Turid era la star.
Poi la stella di Turid si è spenta, la passione per lei è svanita, e l'esattore-attore è rimasto solo con il suo ruolo grottesco di colonna portante della società di provincia.
Ma proprio ora che sente il tempo sfuggirgli senza trovare risposta ai bisogni più profondi della sua esistenza, Bjorn Hansen scopre nel dottor Schiotz il complice ideale per realizzare un piano rivoluzionario: un'azione decisiva e irreversibile con cui potrà esprimere al mondo la sua protesta, il suo rifiuto, "il suo grande no".
Indagatore radicale, dirompente e finissimo del vivere contemporaneo, Dag Solstad compone un romanzo esistenziale che ha il fascino ipnotico di Kierkegaard e Camus e la forza comica e poetica di un cinico irrisolto che non può fare a meno di sondare fino all'estremo la dimensione umana calandoci in personaggi paradossali in cui ci sorprendiamo a riconoscere una parte di noi stessi".
 

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