Qualcuno avrà giustamente pensato: "se Alien è piaciuto e Predator pure, metterli insieme sarà un doppio successo". Purtroppo non sempre è così. Perché la somma di due super personaggi (soprattutto se nel ruolo dei cattivi) richiede una storia che renda merito ad entrambi e che abbia un senso, senza dimenticare la presenza "indispensabile" degli umani.
Alien vs. Predator ci riesce abbastanza bene. Oltre a farci vedere alcuni personaggi, che abbiamo già visto e che ritroveremo come Bishop, qui titolare della multinazionale Weyland - Yutani corporation, poi come macchina replicante parecchio fastidiosa nell'ostacolare la distruzione dei mostri nel nome del profitto...
Ma torniamo a questo episodio. Si parte con un evento accaduto nel 1904. Qui i Predator si danno da fare nell'eliminare alcuni umani... senza apparente motivo e poi scompaiono nel nulla; esattamente cento anni dopo, una spedizione scientifica si ripresenta sul posto alla ricerca di una piramide sepolta dal ghiaccio. Ma se c'è una piramide, c'è anche un rito... E chi, se non gli umani, sono l'ingrediente di un ingarbugliato evento che vede: gli umani fecondati dalle uova degli Alien, trasformarsi in mostri ed essere cacciati dai Predator... Una sorta di prova di iniziazione fatta in casa! Ovviamente, il divenire prede agli umani non piace affatto e tentano in tutti i modi di salvarsi... Ma, se la massima "il nemico del mio nemico è mio amico" vale qualcosa, è il caso di metterla in pratica.
Peccato che solo Alexa Woods riuscirà a metterla in pratica; guadagnandosi pure i gradi sul campo di battaglia...mentre il bel Raoul Bova ci lascia le penne.
Lieto fine? Per gli umani quasi, per i Predator mica tanto... Ben congegnato.
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