Tradotto dall'inglese "Kubo ad the two strings" (Kubo e le due corde) non è un cartoon. O meglio non lo è per come si immagina il tipico cartoon.
Kubo è molto molto di più.
Kubo è il figlio illegittimo di un samurai ed una dea, che per amore ha rinunciato all'immortalità. Al tempo stesso è inseguita dagli altri dei che vogliono punirla e punire Kubo (lo hanno già fatto privandolo di un occhio).
Lui non lo sa e vive con la madre, andando tutti i giorni nel vicino villaggio a raccontare una storia che non ha mai fine... complice l'obbligo di rientrare prima del buio.
Un giorno, questo limite viene violato e Kubo si trova di fronte le sue zie che lo vogliono uccidere... comincia così la seconda parte del racconto.
Ciò che lui ha narrato diviene realtà... E insieme ad uno scarafaggio guerriero ed una scimmia parlante, accompagniamo Kubo alla ricerca delle armi di cui ha bisogno per difendersi dal feroce parentado.
Disegnato magnificamente, grazie alla stop-motion ed un lavoro certosino e maniacale, ciò a cui assistiamo è pura arte. Così come lo è la trama, i paesaggi, i personaggi... tutto insomma ci fa intendere che non siamo di fronte ad un film per bambini ma piuttosto ad un opera artistica a tutto tondo.
Per dare qualche idea: un budget da 60 milioni di dollari, doppiatori d'eccezione (Charlize Theron, Matthew McConaughey, Rooney Mara) 150.000 fotografie, decine di mesi di lavorazione,
Il suggerimento è molteplice: non perdetelo, andate a vederlo, passate parola, non perdetene un solo fotogramma... se volete potete commuovervi durante la visione. Ne vale la pena.
Per approfondire suggerisco questi indirizzi:
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