venerdì 16 maggio 2008

Caca-Cici-Coco

Anni or sono, al mio paese abitava Carletto Ciocca, il figlio balbuziente di un contadino.
La balbuzia lo perseguitava, impedendogli di farsi capire; Guai poi se le cose si complicavano.
Si narra che un giorno prese fuoco la cascina dove abitava la sua famiglia; Carletto corse al campo ad avvisare il padre, ma ovviamente non riuscendo a spiaccicar parola si innervosisse sempre più in un crescendo tra il serio e il faceto.
Fulminante fu la trovata del padre: "Canta Carlo, Canta!" disse.
"caro papà... le tacà foj a la cià, ciama i pumpié" (papà, ha preso fuoco la casa, chiama i pompieri).
Il seguito non lo conosco, ma da allora, quando qualcuno non riesce a spiegarsi non é infrequente che venga apostrofato con un "Canta Carlo, Canta!"....

1 commento:

Niente parolacce, né!

Perché dono