La morte di Cesare, un episodio con cui tutto il mondo Occidentale e non solo ha dovuto, prima o poi, fare i conti, eccola qui riassunta, in stile romanzesco, da Barry Strauss.
Un su cui Strauss indugia, cercando giustificazioni ad un agire, a suo dire, anomalo. Una persona malata? Una persona tratta in errore da un mero calcolo statistico, da certezze poi rivelatesi fallaci? un uomo che, perdonando i suoi nemici, credendo nello Stato e nella sua autorevolezza, venne tratto in inganno ed ucciso, non da quei nemici da lui sempre sconfitti, ma da coloro di cui si era attorniato... qui descritti come una corte di egoisti, arraffoni, vanesi...
Dura era stata la lotta per conquistare il potere... la guerra contro i barbari, quella civile... ora che tutto sembrava riprendere il suo normale corso, la svolta... l'uccisione di Cesare... con quel drappello di "golpisti" con a capo Bruto, l'unico, forse, che emerge nella sua integrità, pur se tratto in inganno, o peggio, quasi a fare la figura dell'idealista privo di quell'esperienza necessaria per far fronte al "dopo"... E Strauss, da bravo scrittore, ci presenta una trama, narrata minuto per minuto, quasi una radiocronaca... sentiamo la moglie di Cesare che male ha sognato e teme per la sua vita, Cesare che rimanda l'uscita di casa per timore... ma che viene tratto in inganno, le trame presso il Senato per ucciderlo... la sua morte, descritta attimo per attimo... e il dopo... il caos, la scelta di ciascuno di porsi da una parte o dall'altra... la nuova guerra civile... e la capacità di Ottaviano di sconfiggere, in un gioco di alleanze mutevoli, tutto e tutti... Bellissimo racconto, su una pagina di Storia, di cui credevamo di sapere già ogni cosa...
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