Non è la prima volta che Tex "scende in città"... lo ha fatto in altre occasioni, creando condizioni terribili, altre inquietanti, altre ancora esilaranti… sempre tuttavia, importando i suoi metodi, quelli che aprono tutte le porte e come minimo fanno alzare qualche sopracciglio nel civilizzato mondo urbano.
Qui sta il primo elemento straniante, quello in cui Tex e i suoi pards sono visti come un gruppo di zotici che senza alcun rispetto per le regole del bon ton si abbuffano di bistecche e patatine (annaffiate di birra), portano seco un indiano, divenuto oramai occasione di razzismo e curiosità (quindi si odiati, ma al tempo stesso rari al punto da esser guardati con una sorta di voyeurismo), alzano le mani ad ogni buona occasione (e vanno in galera per questo) e altrettanto facilmente estraggono le colt per riportare ordine e giustizia.
Prende però una lieve piega da legal-thriller questo "Le iene di Lamont", ove il cuore della vicenda è un'eredità maldestramente sottratta ad una bella ragazza, cosa oggetto di un brusio di malelingue e dicerie che però non si concretizza in azione alcuna.
Quale il risultato? Che il casuale passaggio di Tex smuove le acque al punto da agitare il "cold case" e riportare il caso di fronte ad un tribunale.
Senza per questo far venir meno gli ingredienti principali di ogni storia del nostro… scazzottate, agguati a suon di fucilate, pedinamenti, la solita cricca di furbi, (oggi si chiamerebbe cupola) i bovari ignoranti, le brave persone ignave e timorose di Dio… Amen!
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